UN’ANALISI NECESSARIA

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    Definire l’ambiente della "destra" giovanile una giungla è sicuramente un complimento, poiché nella seconda vigono ancora oggi in modo "naturale" delle regole gerarchiche non contaminate. Non ci resta quindi che lasciare a voi ogni definizione appropriata di tale ambiente. Ciò non esclude che attualmente il panorama dei gruppi partitici e non, dell’arca della destra, offra ancora al giovane militante, che vuole intraprendere l’attività politico-­militante, una vasta gamma di possibilità e di esperienze, atte a colmare il vuoto interiore della propria vita. Ma è solo questo "esser voti" il motivo che fa scaturire nel giovane la scelta di aderire ad un mondo quale quello della destra? Sicuramente no. Sono pochi coloro che vengono spinti inizialmente da un sentire profondo, una scelta ed una adesione lucida, vincolata ai valori tradizionali. I più si avvicinano all’esperienza politica per vari motivi che non sono sicuramente in sintonia con l’Idea Integrale qual è la Tradizione. Un primo esempio di "personaggio anomalo" che può presentarsi da un momento all’altro, chiedendo di aderire alle nostre attività, è il disadattato o lo sfigato. Egli è una persona senza lavoro, nella maggior parte dei casi, senza amici, quasi sempre brutto fisicamente e quindi senza donna. La domanda che si pone più frequentemente è "cosa fare?", "dove andare?". Militare in una sezione politica è la risposta, la soluzione ai propri drammi. Per il reggente della suddetta sezione accettare quest’uomo è d’obbligo: "un militante in più fa sempre comodo", basta che abbia due braccia per attaccare manifesti e distribuire volantini. Se questo disadattato un bel giorno trovasse interessi esterni alla stessa sezione, con tutta probabilità lo ritroveremo in un bar della propria zona o in una bisca, raccontando ai suoi amici, a viva voce, le sue vicissitudini politiche, oppure tra le braccia di una donzella che prima o poi lo rivolterà come un "pedalino": triste esperienza che lo farà ripiombare nella solitudine. Come secondo esempio va descritto quello del fascista nostalgico. Il suo vestire ricorda quello di un albero di Natale (con tutto il rispetto per l’albero), con appese ad esso una serie di toppe e spille sfidanti la legge Mancino, quasi sempre ignaro del significato e del valore dei simboli di cui si fregia. Nelle manifestazioni di spicco è vestito esclusivamente con capi di colore nero, sempre pronto a spendere un saluto romano quando ne ha l’occasione. Questa persona è fondamentalmente pacifica a differenza del fascista nostalgico duro. Quest’ultimo ha sempre avuto convinzione che i fascisti e i nazisti impiegavano le loro giornate a bastonare (se non a sterminare) a destra e a manca. Certo di ciò, è per lui una "questione d’onore" emularne l’esempio. E giù botte! Quarto ed ultimo, poiché ci vorrebbe un’enciclopedia per elencarli tutti è l’amico del militante. Egli si avvicina all’esperienza politica per seguire il suo amico del cuore. Questa persona più che fare riferimento all’idea fa riferimento all’amico. Non che sia del tutto negativo questo sentimento "fraterno", ma non deve essere annacquato dal sentimentalismo effimero. Se, il proprio amico del cuore, un giorno decidesse di terminare la propria esperienza militante, il primo lo seguirebbe come una donna segue il proprio uomo. Questo non è sicuramente l’esempio di un uomo virile ed aristocratico. Un problema si pone a questo punto: come inquadrare queste persone se si presentassero nelle nostre sedi, chiedendo di aderire alle nostre attività? In primo luogo è opportuno che loro abbiano ben chiari quali sono i riferimenti dottrinari, le nostre radici: la Tradizione. In secondo luogo dovrà passare all’azione, prima su di sé, modificando gradualmente i propri difetti, senza però tralasciare l’azione esteriore, volta a ricucire i giusti rapporti con tutti gli aspetti della società moderna, che va vissuta, capita e rifiutata in blocco per convinzione e non per preconcetto. Ai più facinorosi, in particolare, sarà d’obbligo lavorare su cose umili, di cui non si sarebbero mai occupati in altre occasioni, ma che se fedeli all’idea assolveranno con gioia.
    La Tradizione è universale, accessibile a diversi gradi per tutti gli uomini che vogliano testimoniarla, quindi se un giorno arrivasse alla nostra porta uno di questi uomini, sarà nostro dovere e nostra gioia accoglierlo. Sappia fin dall’inizio però, che per cambiare sé stesso deve far tabula rasa di tutte le convinzioni e gli intellettualismi sterili di cui si era nutrito fino ad allora, per iniziare una nuova vita che lo valorizzerà per quello che realmente è.

    "Che il destino ci trovi sempre forti e degni!"  

    Léon Degrelle