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    Bush ha dichiarato di non volersi ritirare dall’Afghanistan. Ha anzi chiesto ai paesi alleati di rinforzare ulteriormente i reparti, per “completare il lavoro”. L’idea non è male, risulta quasi geniale: continuare a cercare di imporsi e di imporre la democrazia laddove non si è accettati, con dispiego di forze inaudite, e il rischio di continuare ininterrottamente in un’operazione senza fine. Ma gli interessi sono interessi, e poi, si sa, Bush è un genio incompreso…

    RIGA – Il presidente, George W. Bush, arrivato a Riga, in Lettonia, per il vertice della Nato, ha ribadito in modo chiaro di non essere intenzionato a ritirare le truppe americane dall’Iraq «prima che la missione sia compiuta». Messo sotto pressione, soprattutto negli Usa, per un cambiamento radicale della politica in Iraq, Bush ha spazzato via ogni dubbio. «C’è una cosa che non farò: ritirare i soldati dal campo di battaglia prima che la missione sia completata», ha affermato durante un discorso all’Università di Riga, capitale della Lettonia.

    RINFORZI – In mattinata, durante un discorso a Tallin, in Estonia, Bush ha chiesto ai membri dell’Alleanza atlantica di mettere a disposizione le forze necessarie richieste dal comando militare della Nato in Afghanistan. Per sconfiggere i ribelli talebani servirà maggiore «impegno» da parte di tutta la Nato, ha detto il presidente Usa. «I nostri comandanti impegnati sul terreno devono avere a disposizione le risorse di cui hanno bisogno per completare il lavoro», ha aggiunto Bush.

    IL NO DI D’ALEMA – La replica italiana alla richiesta di aumentare l’impegno su Kabul non si è fatta attendere. È toccato al ministro degli Esteri D’Alema l’onere di frenare l’alleato di Washington. Il titolare della Farnesina ha ricordato – rispondendo al segretario generale dell’Alleanza atlantica, Jaap de Hoop Scheffer – che l’Italia è uno dei paesi più impegnati nelle missioni militari e quindi aggiunto: «Credo che l’opinione pubblica italiana possa capire questo impegno, ma credo che non capirebbe un ulteriore impegno militare del nostro paese». «Non credo – ha aggiunto D’Alema – che l’appello del segretario generale della Nato sia rivolto all’Italia. È rivolto, in generale, a quei paesi che hanno una presenza soltanto simbolica». PRODI: SERVONO ALTRE RISPOSTE – «L’impegno militare non è per noi la sola risposta possibile. Noi pensiamo ad un impegno politico forte e di alto profilo». Questo è un passaggio della dichiarazione fatta dal premier Romano Prodi al suo arrivo a Riga per il vertice della Nato. In serata il premier e tornato sull’ipotesi avanzata dal segretario generale della Nato, per una modifica dei caveat sulla mobilità delle truppe italiane nella regione. «Sui caveat non eravamo noi sul banco degli imputati, avevamo già stabilito i nostri impegni. «La nostra posizione – prosegue Prodi – non è assolutamente cambiata e da parte nostra, così come da parte di Francia, Spagna e Germania, c’ è la ferma decisione di restare nello scenario in cui si era».

    VERTICE NATO – Sul piano interno della Nato, il capo della Casa Bianca si è poi mostrato disponibile a un eventuale ingresso dell’Ucraina e della Georgia tra i membri dell’Alleanza, malgrado la Russia non veda di buon grado questo allargamento. «Continueremo a sostenere il desiderio della Georgia di diventare membro della Nato», ha detto Bush aggiungendo che l’Alleanza Atlantica è «aperta anche al popolo ucraino» nel caso in cui ne faccia richiesta. Nell’intervento all’Università di Riga, il presidente Usa ha parlato anche delle aspirazioni di altri Paesi dell’Est europeo ad entrare nella Nato. «Gli Stati Uniti sostengono anche i desideri della Croazia, della Macedonia e dell’Albania a entrare nell’Alleanza atlantica». Questi Paesi sono già inseriti in un piano di integrazione, ha sottolineato Bush.

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