Chi va con lo zoppo…

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    Ecco come lucidare le scarpe al padrone. Basi militari in Italia, vicino Vicenza, sono in progetto, le trattative continuano, ma alla fine, è facile immaginarselo, si farà. Lontani dalle posizioni pacifiste, ci sembra questo un ennesimo segno della supremazia e del totale controllo che gli statunitensi hanno in Europa, e che, con politiche servili da parte dei nostri governi, essi continueranno ad avere. E si sa che…chi va con lo zoppo…impara a zoppicare.

    DRESDA – Il Governo sembra propendere piu’ per il si’ all’allargamento della base Usa di Vicenza che alle ragioni contrarie sostenute dai cortei pacifisti di questi giorni. Anche oggi la polemica politica e’ stata molto accesa, e se il premier Prodi non si e’ sbilanciato (”daremo la risposta a tempo dovuto”, ha detto ai giornalisti a Lubiana), altri hanno reso credibile che gia’ dal Consiglio dei ministri di venerdi’ possa arrivare il disco verde.

     Il ministro dell’Interno, Giuliano Amato, e’ stato netto. ”L’Italia farebbe bene a dire di si”’ all’ampliamento della base Usa, ha detto a Dresda, ”perche’ c’e’ stato un orientamento gia’ espresso dal precedente Governo” in tal senso. Secondo Amato, ”diventa particolarmente delicato assumere una posizione diversa”. E ancora: ”Una decisione per il si’ o per il no credo che sia influente sui rapporti Italia-Usa”. In precedenza, sempre a Dresda, anche il ministro della Giustizia Mastella, in linea con la posizione dell’Udeur, aveva preannunciato il suo si’ all’ampliamento: ”I patti internazionali, quando si fanno, devono essere rispettati”. Ma se nel corso del Consiglio dei ministri ”dovesse prevalere una linea diversa dalla mia – ha tuttavia precisato – non e’ che questo mette in crisi il Governo”. Un fronte, quello dei favorevoli al raddoppio della base, che oggi e’ sembrato allargarsi anche al ministro dell’Attuazione del Programma, Giulio Santagata, che l’ha definita ”una buona occasione di sviluppo”. Il ministro prodiano ha anche detto di non vedere ”il problema di un no secco”. ”Bisogna trovare le forme adatte perche’ un raddoppio e’ un’operazione piuttosto complicata. Si tratta di trovare una soluzione equilibrata. Credo che si possa trovare una soluzione che accontenti o non scontenti tutti”.

    E’ quello che sostiene anche Amato quando afferma che un eventuale ampliamento della base significhera’ dover gestire l’affollamento dell’area, la logistica, le strade, e affrontare altri problemi. Il segretario dei Ds Piero Fassino propone di verificare l’orientamento delle popolazioni interessate con un referendum, ”poi il governo si assume le proprie responsabilita”’. Non sembrano avvertire questa necessita’ per dire no all’allargamento della base i Verdi, Rifondazione e il Pdci, critici anche col ministro Di Pietro che aveva definito ”cani e gatti della coalizione” coloro che nell’esecutivo sono contrari all’ampliamento. ”Il popolo italiano – ha obiettato il Pdci Marco Rizzo – e’ per la pace, il governo americano e’ per la guerra. La differenza e’ tutta qui. La sovranita’ nazionale non puo’ essere messa in discussione”. ”Il Prc e’ contrario alla base come lo sono tutti i gruppi del movimento pacifista, siamo una componente essenziale dell’Unione: che Di Pietro si rassegni”, polemizzano le senatrici Valpiana e Menapace, mentre Deiana, vicepresidente della Commissione Difesa della Camera, annuncia ”una opposizione senza fine all’ennesimo tentativo degli Stati Uniti di renderci complici dei loro piani di guerra”. Secondo Nicotra, sempre del Prc, un si’ all’ampliamento della base sarebbe ”uno strappo insostenibile del Governo dell’Unione con il popolo della pace”.

     I Verdi sottolineano che e’ la gente del posto ad essere contraria e che non c’entra niente l’antiamericanismo. ”Si tratta – afferma Luana Zanella – di un intervento urbanisticamente pesantissimo di impatto insostenibile”. All’interno della maggioranza, anche Italia dei Valori ribadisce di essere favorevole all’ampliamento (”rispettare gli impegni dell’Alleanza e’ atto dovuto”, dice Formisano); per il radicale Capezzone, poi, ”dire no sarebbe un grave errore e un atto di autolesionismo”. L’opposizione ribadisce anche oggi le critiche al Governo, all’interno del quale, dice Urso (An), ”prevalgono anche in politica estera le tesi dell’estrema sinistra, antiamericane e antioccidentali. Vicenza sara’ la prova del nove”.

     Sulla stessa linea l’Udc, che con Lorenzo Cesa chiede che il governo ”dia il via libera alla base militare senza subire i diktat dell’estrema sinistra”. Il sindaco di Vicenza, Enrico Hullweck, fautore del raddoppio, ipotizza speculazioni edilizie: ”L’area – afferma – e’ di proprieta’ del ministero della Difesa. Se non andasse in porto l’ampliamento, il ministero ha gia’ detto che venderebbe a privati. E noi sappiamo gia’ che i progetti sono di chiudere l’aeroporto e costruire condomini in tutta la zona”. Ma dalla Difesa replicano con un comunicato: ”Nessuna iniziativa del Dicastero tesa alla vendita a privati dell’area in argomento”.

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