Nel profondo rispetto di chi soffre e lotta contro malattie molto spesso incurabili, ci sentiamo comunque in dovere di sostenere iniziative come questa che pongono la vita al di sopra di tutto. Per chi come noi crede che la vita sia un bene incalcolabile, non derivato unicamente dall’unione di due cellule, ma avente un’origine divina, è insostenibile il concetto di eutanasia. Enorme rilevanza è stata data dai media tutti alle proteste dei Radicali, ponendo in massima parte l’accento su questioni come "accanimento terapeutico" e rispetto per chi vuole scegliere in tutta libertà il momento in cui morire nella fase terminale della propria malattia. E’ ovvio che sostenere una fase terminale di una patologia incurabile è qualcosa di estremamente "penoso", difficile per il paziente stesso e per i familiari ma, crediamo anche che l’uomo, in qualsiasi situazione esso si trovi di sofferenza o meno, non possa decidere quando e come finire la sua esistenza in terra. Non possiamo abdicare al bene più prezioso che abbiamo, noi tutti abbiamo il dovere di portare fino in fondo la nostra vita nel bene e nel male…non accettiamo che a staccare la "spina" sia un altro uomo, anche se in camice bianco.
(ANSA)- ROMA, 18 GEN – Il Centro di Bioetica dell’Universita’ Cattolica di Roma ha promosso un ‘Manifesto per il coraggio di vivere e di far vivere’. I firmatari del documento contro l’eutanasia sono undici medici di vari ospedali e organizzazioni italiane, fra cui i presidenti dell’associazione ‘Scienza e Vita’ Bruno Dalla Piccola e Maria Luisa Di Pietro. ‘Il dolore e la sofferenza, non solo fisica – si legge in uno degli articoli – non sono ne’ buoni ne’ desiderabili, ma non sono senza significato’.
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