Qualcuno direbbe “tutto il mondo è paese”, ovvero con una divisa indosso, mi sento un dio. Con la lettera minuscola, chiaramente. Un ragazzo è stato ucciso dai secondini di un carcere, in Florida, perchè collassato nell’ora di ginnastica. A dimostrazione di quanto spesso si confonda la pre-potenza con la potenza, e di quanto una semplice divisa possa far sentire una persona “qualcuno”, senza avere in realtà nessun particolare merito. E quanto spesso, poi…le grate che separano i detenuti dai secondini sono solo immaginarie.
FLORIDA – Lo hanno picchiato a morte. Letteralmente. E’ la storia di Martin Lee Anderson, la cui fine assurda, avvenuta per mano delle guardie in un “boot camp”, un centro di rieducazione per minori a Panhandle, in Florida, sta sconvolgendo gli Stati Uniti. Gli aguzzini del ragazzo, che aveva solo 14 anni, hanno sempre sostenuto di essere innocenti.Ma un nuovo filamato, rilasciato oggi, sembra indicare il contrario. Il video mostra due secondini del campo costringere Martin Lee in ginocchio e picchiarlo ripetutamente. Le sevizie, però, non si limitano agli schiaffi. La testa del ragazzo viene sbattuta più volte contro il terreno, e poi contro un’inferriata. Entrambi gli uomini, poi, lo prendono a pugni. Alla fine gli premono sul volto un pezzo di stoffa, forse intriso di ammoniaca. Martin Lee aveva appena avuto un collasso mentre faceva ginnastica. Le guardie, sostiene la difesa, stavano solo cercando di farlo riprendere.
Dopo 27 minuti, si vede arrivare un’infermiera e, dopo 35 minuti, dei barellieri, che portano via il corpo, quasi esanime, del ragazzo. Che morirà, il giorno dopo, in ospedale. Dopo la diffusione del video shock, però, la posizione della difesa è sempre più scricchiolante. I condannati rischiano 30 anni di carcere. E lo Stato della Florida di dover risarcire 40 milioni di dollari alla famiglia Anderson.
14 marzo 2007
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