Questa mattina Erich Priebke si è recato al suo primo giorno di lavoro. Nulla di incredibile per una persona di 93 anni che sta scontando da tempo un’assurda condanna per ergastolo, visto che è stato un Tribunale competente, in base a quanto previsto dalla legge italiana, a concederglielo. Non erano evidentemente dello stesso avviso quel centinaio di “manifestanti” (nella foto), e le istituzioni politiche (ma non c’è contraddizione in questo?) che hanno dato loro pieno appoggio e solidarietà, che questa mattina si sono radunate sotto lo studio ove Priebke lavora, per impedirgli di esercitare un suo diritto, minacciandolo ed insultandolo…La giustizia si farà forse ancora una volta influenzare dall’opinione pubblica?
ROMA – E’ il suo primo giorno di lavoro. Erich Priebke, l’ex ufficiale delle SS condannato per l’eccidio delle Fosse Ardeatine, è uscito questa mattina molto presto, eludendo così la folla di persone che lo attendeva per protestare contro la decisione dei giudici romani,
e raggiungendo via Panisperna a bordo di un motorino, guidato dal suo avvocato Guido Giachini.
Ad attenderlo sul luogo del lavoro, un fotografo, Massimo Percorsi. Quando questi ha estratto la macchina fotografica, Giachini lo avrebbe bloccato stringendogli i polsi delle mani e impedendogli di fotografare, mentre Priebke gli passava a fianco, poco lontano.
Questa centinaia di persone – per la maggior parte giovani della Comunità ebraica– hanno prima manifestato sotto casa di Priebke, contro il provvedimento emesso in suo favore che gli consente di lasciare gli arresti domiciliari per andare a lavorare. Successivamente si sono spostati davanti allo studio legale dell’avvocato Giachini, dove l’ex capitano delle SS si è recato per il primo giorno di lavoro.
Dalla folla sono partiti cori di "Assassino", "Hai ammazzato pure i bambini", "Hai sparato in testa alla gente legata". I manifestanti portano cartelloni con su scritto: ‘Tribunale militare vergogna’; ‘335 volte vergogna’; ‘Non dimentico le Fosse Ardeatine’; ‘I miei nonni sono reduci di Auschwitz io sono qui.
A protestare anche una signora che porta il cartello ‘in rappresentanza del rione Monti – Priebke se questo e’ un uomo…’. Alcuni passanti si sono fermati unendosi alla protesta ed esortando i ragazzi a far sentire ancora più forte la loro voce. "E’ assurdo che non ci siano tra di noi nè politici nè rappresentanti delle istituzioni", ha detto uno dei ragazzi.
Presente alla manifestazione Carla di Veroli, consigliera del municipio XI e membro della giunta dell’ANED: "Chiediamo al ministro Padoa Schioppa – ha detto – che giustifichi la spesa o che smentisca che si arrivi a un milione di euro l’anno per pagare la sorveglianza ad Erik Priebke. Vogliamo inoltre vedere i certificati medici con cui Priebke è stato rilasciato dal carcere per problemi di salute. Se può andare a lavorare può anche andare a dormire in carcere. Il presidente della Repubblica deve intervenire per bloccare questa sentenza che sporca l’immagine dell’Italia".
E intanto, un consigliere del municipio XV, Angelo Pavoncello, chiede di indagare sull’avvocato Giachini, perchè "sta difendendo un uomo che ha commesso i più atroci atti criminali".
"Il 24 marzo era stata istituita la giornata delle Fosse Ardeatine – ha detto Settimio di Porto, della comunità ebraica – se Priebke sarà ancora libero la giornata non si farà più".
Sulla vicenda parla anche il sindaco di Roma, Walter Veltroni: "’All’amarezza per il permesso concesso a Priebke – ha detto – di lasciare gli arresti domiciliari per recarsi al lavoro si aggiunge lo sconcerto per i modi, segno di un totale disprezzo di quel minimo di silenzioso rispetto con cui ciò
sarebbe dovuto avvenire". Poi ha aggiunto: ""D’altra parte da un individuo dal quale mai è arrivata una sola parola di pentimento per il male assoluto di cui si è macchiato era impossibile pretendere un atteggiamento diverso. Non posso che esprimere ancora una volta tutta la mia solidarietà e l’abbraccio di Roma ai familiari delle vittime e alla comunità ebraica romana"
"E’ veramente una vergogna, è difficile da credere in un paese di diritto. E’ una vergogna per la storia e per l’umanità" ha commentato in un comunicato il presidente della Provincia di Roma, Enrico Gasbarra.
"La motivazione e le modalità – continua Gasbarra – rinnovano il dolore dei famigliari e dell’intera città. Il suo arrivo in motorino, poi, conferma che Priebke vuole ostentare impunità, vuole provocare. Dimostra quanto l’ex capitano delle Ss sia lontano dal pentimento e tutto questo è inaccettabile".
Chiamato a difendere il suo protetto, l’avvocato Giachini rilascia ai cronisti una dichiarazione tesa a spiegare quella che ha definito essere una incomprensione diffusa: "Priebke è stato messo ai domiciliari non perchè era malato ma perchè l’articolo 27 della Costituzione prevede che la pena sia umana, quindi dopo un certo periodo di carcere, in buona condotta, ci sono dei benefici. Priebke ha novant’anni e gli sono stati concessi questi benefici".
Poco tempo prima, Giachini aveva ricevuto nel suo studio due ragazzi della manifestazione, nipoti di deportati nei campi di sterminio nazista, i quali, avendogli chiesto perchè avesse deciso di difendere un ex capitano delle SS, avrebbero ricevuto la seguente risposta: "Io difendo chiunque è perseguitato", al chè i giovani di rimando: "I perseguitati non stanno dalla parte di chi lei sta difendendo".
"Questo è uno stato di diritto, un paese democratico e funziona così, io faccio l’avvocato – avrebbe aggiunto poi Giachini rispondendo ai cronisti – e mi interessa la sfera del diritto"
Fonte: repubblica.it