C’è chi può dirlo, chi no, giustamente. Per le strade di Roma impazzano i cartelloni dei comunisti italiani, con su la celebre frase del Califfo. Non si è fatta attendere la risposta di Califano, il quale ha poi dichiarato che “se li vadano a prendere dai loro amici Marx ed Engels le frasi per loro!”. E ha ancora ribadito la sua appertenenza politica, lontana dalla sinistra. Lo vedremo ancora in giro?
Franco Califano sbotta. Non bastava essere escluso dalla maggior parte
degli eventi romani «solo perché non sono di sinistra. Ora mi tocca
pure stare a vedere le miei frasi sui cartelloni dei comunisti. Ma che
scherziamo?». «Tutto il resto è noia»: la celebre frase del cantante
romano troneggia su tutti i manifesti della festa nazionale dei
Comunisti italiani. «Sono indignato», ha commentato il «Califfo» a
cena con alcuni suoi vecchi amici. Califano, ma quando ha visto il suo
più celebre slogan «Tutto il resto è noia» riempire a caratteri
cubitali i cartelloni della festa dei comunisti, cosa le è passato per
la testa? «Ma che le devo dì. Sono indignato, stizzito, offeso. Ma
questi comunisti qua come si permettono? O mi vogliono mancare di
rispetto, oppure non lo so. Ma come? Franco Califano e le sue celebri
frasi finiscono sui manifesti dei Comunisti italiani? Questi si sono
impazziti. Quando l’ho saputo mi è preso un colpo. Tant’è che qualche
amico mio mi ha chiamato e mi ha pure detto: “A Frà, ma che davvero
sei passato dall’altra parte?”. Io? Franco Califano? Adesso mi tocca
pure sentire queste cose, per colpa di quattro cretini». Quindi lei
non è di sinistra? «Ma che te sei impazzito». E cosa farà adesso? «Li
denuncio, mi sembra chiaro. Ho già messo in moto i miei avvocati per
le pratiche. Sì ma la devono pagare. Quella frase è conosciuta in
tutto il mondo. Si sono voluti appropriare di me. I loro di slogan se
li vadano pure a prendere dai loro amici come Marx ed Engels. Ma
perché si devono appropriare di frasi di persone che non sono di
sinistra. Ma fatevele dì da Fidel Castro due frasi da attaccà sui
manifesti. E il bello è che prima mi escludono dagli eventi e poi mi
fanno questi giochetti. Io li denuncio, li denuncio!». Chi è che la
esclude dagli eventi? «Le istituzioni. Mi tengono fuori dagli
spettacoli e dalle serate perché non sono di sinistra. Io, che mi
divido la popolarità di Roma solo con il Papa, mi devo sentire
ostacolato così. I ragazzi romani mi cercano, mi vogliono bene, mi
chiedono dove e quando canterò, e secondo lei perché durante tutta
questa estate non c’è mai il nome di Califano sui cartelloni delle
serate? Qui a Roma è una vergogna. A iniziare dal Comune che non mi ha
tenuto dentro nessuna manifestazione. Io non sono comunista quindi sto
fuori da tutto». Ok, ma ci sarà qualcosa di questa sinistra che le
piace? «Mi fanno ridere tutti questi qua. Ancora non hanno capito cosa
devono fare. Ma guardi che in realtà non l’hanno mai saputo. E poi
dicono che tutta l’Italia si lamenta, che vi aspettate? Ormai hanno
toccato terra e non gli rimane altro che appropriarsi dei slogal degli
altri». Il centrodestra invece? «Beh, è sicuramente più onesta la
destra. Non ci sono tutti questi impicci, tutti questi scandali. Da
quando i comunisti stanno al governo non fanno altro che stare sui
giornali per i gosssip. La sinistra mi fa schifo, ecco l’ho detto.
Questa politica poi si occupa sempre meno di politica. Ma come? Con i
tempi che corrono, con i casini che ci sono da risolvere, questi
ritirano un’altra volta fuori la polemica del G8? Questi sono matti!
Ma pensate a risolvere i problemi, invece di fare chiacchiere». E
Prodi? «Prodi?». Sì Prodi. «Pensi che ho fatto uno spettacolo
ultimamente e ho dovuto dire la verità: io non sono uno che ha la
faccia come il…, io ho la faccia come Prodi. Comunque, non si
capisce niente di quello che dice. Ci ho provato e ho capito che in
realtà non mi interessa quello che dice, intanto ci sta prendendo
tutti in giro. Ha ragione Berlusconi: dice un sacco di stronzate».
Veltroni si candida per guidare il Pd. Roma tra poco potrebbe avere un
nuovo sindaco. Chi gradirebbe da romano? «Beh spero che sia Fini il
nuovo sindaco di Roma. Almeno lavoro pure io».
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