Mario Draghi, “ex” Goldman-Sachs, è il governatore della Banca d’Italia, ovvero il luogotenente dei grandi interessi economici per l’Italia. Il suo compito? Dare quella necessaria “spinta” all’”evoluzione” del paese, verso target decisamente moderni ed in linea con gli standard degli altri paesi, europei e non. In cosa consiste questa “evoluzione”? Indebitamento, impoverimento diffuso, accumulo di capitali nei grandi gruppi finanziari, etc. E per farlo occorre “giustamente” abbassare i costi bancari, altrimenti gli italiani ci pensano due volte prima di accendere l’ennesimo mutuo per l’auto nuova…
ROMA – I tassi di interesse praticati dalle banche in italia su mutui e credito al consumo “sono più elevati rispetto a quelli medi dell’area dell’euro su operazioni simili”. Il monito del governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi, nel corso del suo intervento in occasione dell’assemblea annuale dell’Abi, è accompagnato da una pressante esortazione al sistema bancario: “Serve più trasparenza delle condizioni applicate alla clientela”. Parole che erano già risuonate, due giorni fa, nel corso della relazione del presidente dell’Authority sulle società e la Borsa Lamberto Cardia.
Draghi chiede meno costi a partire dalla commissione di massimo scoperto “che è un istituto poco difendibile tanto che alcune banche l’hanno già soppresso”. Ma soprattutto più efficienza. Un esempio? “Per il perfezionamento di un pagamento con assegno si richiedono ancora in media 7 giorni, sono troppi” dice Draghi. Per migliorare le cose, propone Draghi, servirebbe modifica legislativa “per facilitare la trasmissione digitale delle immagini e consentire una significativa riduzione dei tempi”.
Bene le fusioni. Il consolidamento del settore bancario
italiano cui si è assistito in questi ultimi mesi “è solo un punto di partenza” dice Draghi. Che però vede il traguardo di un riassetto generale “soltanto quando si saranno realizzati i guadagni di efficienza previsti dai piani industriali – dice Draghi – Il mercato si aspetta
risparmi dall’unificazione delle piattaforme tecnologiche, dall’integrazione dei canali distributivi, dall’aumento della produttività del lavoro”.
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