Seconda vita

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    In Nevada una coppia lascia a sè stessi, fino a quasi farli morire di fame, i loro due bambini. Per colpa di un videogioco, che li aveva alienati dalla vita reale. E’ quanto successo in una casa statunitense. E’ quanto succede quando i confini tra finzione e realtà sono così labili da rendere la vita delle persone una falsità.

    RENO (Nevada) – Si erano immersi in un mondo virtuale di scontri fra draghi, elfi e altre creature fantastiche, tanto da far quasi morire di fame i loro figli di due anni e 11 mesi. Per questo Iana e Michael Straw, 23 anni lei e 25 lui, sono stati arrestati e adesso rischiano entrambi fino a dodici anni di carcere. E’ accaduto in Nevada, a Reno, città celebre per i divorzi mordi-e-fuggi. La coppia era ormai quasi completamente dipendente dalla versione online del gioco di ruolo “Dungeons&Dragons”, il primo e più famoso del genere e di gran lunga il più diffuso. La vicenda è venuta alla luce dopo la denuncia di un vicino, che ha raccontato alla polizia di aver sentito piangere spesso un bambino nella casa degli Straw. Del caso si sono occupati i servizi sociali, che hanno portato i bambini in ospedale.

    Venerdì la coppia è stata giudicata colpevole di maltrattamento di minori: i due figli, un bambino e una bambina, sono stati trovati magrissimi e malati dai medici che li hanno visitati, e che sono stati costretti a rasare a zero i capelli della bambina perché intrisi di pipì di gatto. La piccola aveva anche un’infezione alla bocca ed era vittima di una forma gravissima di disidratazione, tanto che non riusciva nemmeno a piangere. Non migliori le condizioni del fratellino, denutrito, con un’infezione ai genitali e i muscoli a tal punto atrofizzati da non riuscire neanche a camminare.

    Michael Straw, ex cassiere, al momento è disoccupato, mentre la moglie ha un contratto temporaneo come magazziniera. Nel settembre del 2006, Michael aveva ricevuto un’eredità di 50 mila dollari, che due mesi dopo aveva già speso tutti in apparecchiature per il computer e per un grande televisore al plasma. Un parente dell’uomo ha spiegato alla polizia che anche la moglie Iana l’aveva conosciuta online, quando aveva 16 anni, e che entrambi erano dei fruitori compulsivi di internet.

    “La casa era piena di sacchi dell’immondizia, c’era un odore pessimo ed era pieno di gatti dappertutto, e i bambini indossavano solo pannolini”, ha raccontato un ufficiale di polizia. La donna si è giustificata dicendo che il bambino piangeva di continuo perché era nato prematuro. In cucina, cibo avariato e piatti sporchi. Ma nel frigo, e nella dispensa, il cibo per i bambini c’era. “Avevano di che nutrirli, solo che non gliel’hanno dato perché troppo impegnati a giocare”, spiega il giudice Kelly Ann Viloria.