Fine delle torture

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    In un decreto diretto agli alti vertici della CIA, il presidente USA George W. Bush ha messo al bando l’uso della tortura contro i sospetti “terroristi” gratuitamente ed illegittimamente detenuti nelle prigioni segrete americane. Un atto di bontà? Un esempio di umanitarismo? No, il semplice riconoscimento (sulla carta!) di quanto è da sempre previsto dalla Convenzione di Ginevra in termini di diritti umani, e che gli americani si sono sempre rifiutati di applicare…

    Il presidente degli Stati Uniti George W. Bush ha firmato un decreto con cui ha messo al bando l’uso della tortura contro i sospetti terroristi interrogati dalla Cia, secondo quanto previsto dalla convenzione di Ginevra. Le nuove regole, che dovrebbero applicarsi anche ai carcerati di Guantanamo, proibiscono qualunque trattamento crudele e inumano, oltre a qualsiasi atto umiliante o di denigrazione di carattere religioso.

    La decisione presidenziale riguarda anche le cosidette carceri segrete della Cia, quelle utilizzate in giro per il mondo per le cosidette “extraordinary renditions”. Bush, firmando un ordine esecutivo per proibire alla agenzia federale qualsiasi trattamento inumano nei confronti di presunti terroristi incarcerati, risponde così, e secondo i più critici con ampio ritardo, alle numerose critiche espresse da più parti sul trattamento dei prigionieri di Guantanamo, la maggior parte dei quali presunti taleban catturati in Afghanistan.

    Non di rado gli americani sono stati accusati, oltre oceano, di praticare la tortura a Guantanamo e di averlo fatto in passato nelle carceri segrete. Washington lo ha sempre negato, limitandosi a parlare di tecniche di interrogatorio ”dure e rigide”, ma riconoscendo di non ritenere – fino ad ora – che le regole della Convenzione di Ginevra potessero applicarsi ai cosiddetti “combattenti nemici”, come i terroristi di Al Qaeda.

    Secondo il portavoce della Casa Bianca, Tony Snow, ”lo scorso settembre il presidente aveva spiegato come il programma della Cia era riuscito ad evitare nuovi attacchi ed aveva permesso di salvare vite, e che deve proseguire in base a chiare regole di carattere legale”. Ecco il perché, secondo Snow, della firma dell’ordine esecutivo.

    Ad ottobre, per rispondere ad una serie di critiche della Corte Suprema degli Stati Uniti, Bush aveva firmato una legge per autorizzare i tribunali militari a processare presunti terroristi, senza garantire loro tutti i diritti offerti dai tribunali civili ed autorizzando l’uso di alcune tecniche particolari per gli interrogatori.

    In una dichiarazione a Washington, il direttore della Cia Michael Hayden, ha precisato che l’ordine esecutivo di Bush offre ai funzionari della agenzia una serie di protezioni supplementari in caso di ricorso dei detenuti.

    Infine, una Corte di appello federale di Washington ha deciso di avviare un esame approfondito delle procedure amministrative che determinano lo statuto dei detenuti di Guantanamo. Per la Casa Bianca si tratta di un piccolo smacco.