Pubblichiamo di seguito un paio di interventi sulle ormai famigerate “notti bianche”. La notte rappresenta il buio, il nero, e parlare in sè di notte bianca è un rovesciamento di ciò che naturalmente non può esserlo. E’ bianca per le luci dei lampioni artificiali e dei negozi aperti tutta la notte, non per una luna e delle stelle che non si vedono neanche più dalle tristi città. E’ un mezzo preminentemente economico, che serve alle tasche di alcuni commercianti, e che – già che ci siamo – può essere utile per rincoglionire qualcuno di più. Vogliono farci vivere come i zombie di romero, costretti in una coazione a ripetere. Scambiare il giorno per la notte, svagarci, farci perdere l’attenzione, alcool, droga..
“Sono mesi che compongo nella mia mente una lettera (magari a Veltroni) per contestare l’apologia delle notti bianche…Non posso credere non vi sia intellligenza da parte delle istituzioni per collegare rumori-discoteche-notti insonni-cocaina-alcol-incidenti. Problematiche dei giovani. Non è discorso moralistico. Chi come me lavora con i giovani conosce lo spaesamento dilagante per chi non ha impegni; per chi gira a vuoto senza progetti; per chi perde il desiderio. Bottiglie di birra e di gin già la mattina nei cestini di un liceo “tranquillo”; gruppi di giovani accucciati su una panchina discreta con bottiglioni di plastica riempiti di mistura alcoolica…sono gli ultimi fogli che posso aggiungere ai casi disperati di anoressia, di droga, di suicidi con cui sono dovuta entrare in contatto. E noi li educhiamo al carnevale eterno? Alla trasgressione continua? Al piacere in presa istantanea? O non dovremmo noi piuttosto ricordare loro la conquista dei doveri, quelli che fanno diventare grandi perché ci permettono di diventare cittadini attivi, portatori di bisogni, doverosi di rispetto?….”
Pubblicato da maurizio gregorini, tratto da ilneoaristocratico.blogspot.com