Maurizio Blondet, 09/09/2007 da Effedieffe.com
WASHINGTON – La crisi del debito ad interessi e dei mutui subprime, il riscaldamento globale e gli «accordi di Kyoto», le eccessive spese belliche USA, una nota su «l’impotenza del sistema democratico» e le multinazionali che sacrificano le vite dei soldati americani, e in ultimo un elogio di Noam Chomsky:
Bin Laden ha fatto una rassegna stampa di stretta attualità.
O ha copiato da un blog di anti-global incacchiato e polemico?
«Parla come un candidato democratico», ha infatti subito detto Sean Hannity, anchorman nel programma Hannity & Colmes della – indovinate – Fox News (1).
Anzi ha detto il contrario: i democratici parlano proprio come Osama, l’Arcinemico; dunque (sottinteso) non votateli.
Bin Laden solleva gli stessi problemi dei democratici: «Parla del global warming, demonizza il capitalismo e le multinazionali, con un linguaggio molto specifico della estrema sinistra in questo Paese», ha insistito Hannity.
Dunque – è sottinteso – i democratici sono complici di Bin Laden.
La sinistra anti-guerra la pensa come lui…
Bisogna essere Magdi Allam, Ferrara o Guido Olimpio per far finta di credere a questo video, tanto il gioco è goffo: Osama è ricomparso per dare una mano ai repubblicani alle corde.
Il linguaggio «molto specifico» da anti-global, tuttavia, potrebbe non appartenere allo Sceicco del Terrore (o all’attore che lo impersona).
Si scopre infatti che la traduzione della filippica dall’originale arabo è stata fornita da una organizzazione «senza scopo di lucro» chiamata SITE.
Che sta per «Search for Terrorist Entities», ed è nata nel 2002.
A visitare il sito del SITE (scusate il bisticcio) appare subito che la «ricerca di entità terroriste» a cui questa organizzazione dice di dedicarsi non dev’essere accanita.
Voglio dire: i valorosi detective non si dannano l’anima a caccia di notizie (2).
La «Terrorism Library» offerta dal sito consiste in informazioni ampiamente pubbliche e disponibili su internet: per lo più, brani e passaggi del rapporto che il Dipartimento di Stato ha pubblicato nel 2003, «Patterns of Global Terrorism».
Ritagli di giornali e riviste.
La «lista delle organizzazioni terroristiche» ne comprende solo cinque: Brigata Martiri di Al Aqsa, Hamas, il braccio militare di Hamas Izza Din al-Kassam, il Jihad Islamico di Palestina, e Hezbollah.
Guarda caso, sono le cinque organizzazioni che assillano Israele.
Da cui la domanda che sorge: non sarà che il SITE, traduttore di Bin Laden, sarà una operazione israeliana?
Infatti è così.
Nello «staff» del SITE appaiono solo due persone: tale Rita Katz e tale Josh Devon, entrambi israeliani.
Rita Katz è la più interessante.
E’ nata in Iraq, dove suo padre fu condannato a morte (condanna eseguita) come spia del Mossad.
La famiglia è riparata in Israele, dove la Rita – che parla un ottimo arabo – ha preso una laurea di Studi Medio-Orientali alla Tel Aviv University.
E’ emigrata in USA dal 1997.
Qui ha pubblicato un libro, «Terrorist Hunter» (Harpers & Collins, 2003), dove racconta come essa stessa medesima infiltrò gruppi arabi in America, onde smascherarne le eventuali connessioni col terrorismo islamico.
Delle infiltrazioni della Katz ha fatto le spese un povero Sami al-Hussayn, che stava seguendo un corso di post-laurea nell’Idaho nel 2004, quando fu sospettato dall’FBI di aiutare dei terroristi islamici: il giovanotto aveva infatti dato una mano ad allestire il sito della Islamic Assembly of North America, che al tempo i federali sospettavano di legami con gruppi clandestini.
Al momento del suo arresto, John Ashcroft – il ministro della Giustizia – proclamò che Sami al-Hussayen era «parte della minaccia terroristica che pende sugli americani, fanatica e feroce».
Il governatore dell’Idaho disse che il dottore era «la prova che il terrore islamico si annida fra noi».
Hussayen si è sciroppato un anno e mezzo di galera preventiva.
Alla fine è stato totalmente prosciolto dalle accuse serie, ma espulso per violazione delle leggi sull’immigrazione.
La sua colpa: aveva lavorato illegalmente in USA.
Il lavoro illegale consistendo nell’aver approntato il sito della Islamic Assemby, lavoro per il quale aveva ricevuto, in diversi anni, complessivi dollari 300.
Ebbene: Rita Katz testimoniò al processo contro il pericoloso immigrato.
Durante il dibattimento, si stabilì però che la Katz stessa, come il suo nemico, aveva lavorato in USA in violazione del visto d’immigrazione.
Non fu espulsa naturalmente: anche perchè il suo datore di lavoro era l’FBI.
La Katz ammise in aula di avere fatto la consulente per i federali contro l’imputato.
Per un compenso alquanto superiore ai 300 dollari.
Per la precisione, 130 mila.
Ma probabilmente ha preso ancor di più da un migliaio di famiglie di vittime dell’11 settembre: le quali erano state convinte a intentare, nel 2002, una causa per risarcimento danni contro «organizzazioni che finanziano il terrorismo».
La Katz era la loro «esperta».
Di Josh Devon, il secondo (ed ultimo) membro del gruppo di ricercatori del SITE, si può dire molto meno.
E’ ebreo, e studia alla John Hopkins university presso la «Paul Nitze School of advanced international studies», uno dei centri di formazione neocon.
Questi sarebbero i traduttori di Osama Bin Laden: si può intuire con quale oggettività scientifica. La Katz e il Devon sembrano piuttosto due volonterosi ma pasticcioni sayanim, agenti avventizi e volontari che il Mossad usa per i lavori facili.
Ma non c’è bisogno di professionisti: ci saranno sempre dei Magdi Allam, o Fiemme Nirenstein, pronti a giurare che il video di Osama è autentico, e la sua simpatia per Noam Chomsky è uscita dalla sua autentica bocca.
Anzi tutti i media occidentali sono lì a credere.
Credere, obbedire e combattere.
Quanto al video ultimo, anch’esso è stato diramato da IntelCenter, ditta americana il cui capo e fondatore si chiama Ben Venzke (indovinate la sua etnia).
IntelCenter dice però che il video è opera di As-Sahab, la casa di produzione-TV di Al Qaeda, e che IntelCenter si limita a «scoprire» i video in rete.
E’ molto strano che solo IntelCenter riesca a fare queste scoperte, più e più volte, meglio della CIA e del Pentagono, o di Echelon.
Può vigere ovviamente il sospetto che IntelCenter sia il produttore reale ed ultimo.
Ma nessun sospetto coglie i grandi giornali e le grandi TV.
Nè dicono che la traduzione dell’ultimo autentico video è uscito dalla testa della Katz.
«Osama dalla testa di Katz» sarebbe il titolo giusto.
A questo punto, resta una curiosità: di che religione è Sean Hannity, l’anchorman della Fox che ha fatto notare che Osama parla come i democratici USA?
Beh, sbagliato: Hannity è cattolico irlandese, purtroppo.
Del resto anche il Papa, in Austria, ha dichiarato che «i cristiani sono pentiti dell’Olocausto».
E’ una svolta nella cosiddetta narrativa della Shoah: fino a ieri si diceva che erano stati i nazisti. Lo stesso Papa, solo pochi mesi fa, aveva accusato della cosa il neopaganesimo nazionalsocialista.
Agli ebrei non era piaciuto.
Ora si è corretto: siamo stati noi.
Una scoperta storica rivoluzionaria.
La Katz sta facendo scuola (3).
Maurizio Blondet
Note
1) «Hannity says Bin Laden sounds like democrats», News Hounds, 8 settembre 2007.
2) «SITE Institute», su SourceWatch.
3) Aggiungo quanto mi scrive un lettore:
Gentile Direttore, mi permetto di inviarle una piccola analisi che ho fatto sul nuovo video di Bin Laden; la può trovare nei primi tre commenti a questo articolo:
http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=
News&file=article&sid=3717&mode=&order=0&thold=0
Ho appena visto il video «originale» (quello da 700mb che si scarica dai forum di «al-Qaeda»), lungo 9 minuti e mezzo.
Il video si interrompe al 48esimo secondo, e prosegue solo l’audio con i sottotitoli… così fino alla fine… e indovinate un po’, in quei 48 secondi Bin Laden non fa riferimento a nessun fatto «attuale», ma dice un paio delle solite preghierine per iniziare e poi chiede agli americani di «ascoltarlo»… poi il video si interrompe e prosegue solo l’audio e i sottotitoli… e lì inizia a dire le cose da cui si evincerebbe che il video è «attuale»…
Il problema è che le agenzie di intelligence americane hanno già ammesso di avere macchinari in grado di ricreare in laboratorio il timbro di voce di una persona.
In modo perfetto, indistinguibile dall’originale… certo se ci fosse il video però, si potrebbero «leggere le labbra» (per chi conosce l’arabo), per cui la «falsificazione» sarebbe molto più difficile da attuare.
E invece il video si interrompe, e prosegue solo l’audio con i sottotitoli.
Cosa può significare questo… alcune cose:
1. Il video è vecchio, forse del 2004, o del 2005… in qualche modo è arrivato nelle mani dell’intelligence USA (non chiedetemi come…) e loro ne hanno tagliato i primi 48 secondi (quelli dove diceva la preghierina) e poi hanno ricreato in laboratorio il resto (cioè l’audio), con tutte le cose «nuove e attuali» che bin Laden dice.
Ovviamente facendo ciò, hanno dovuto interrompere il resto del video, altrimenti si sarebbe visto che le parole non seguivano il movimento delle labbra.
2. Il video è «autentico», ma mentre veniva girato la telecamera ha smesso di funzionare e ha continuato a registrare solo l’audio… adesso, io non posseggo telecamere, digitali o analogiche che siano, quindi non so quanto sia probabile una cosa simile.
In una vecchia telecamera analogica che avevo non mi è mai capitata una cosa simile.
Forse in quelle digitali è diverso ?
Boh…
3. In nessun filmato di as-Sahab ci sono mai stati «errori video» con l’audio che continua e il video che s’interrompe.
Rilasciano in media 2 o 3 video al mese, dove si vedono imboscate, IED, razzi che lanciano contro le basi americane e altra roba ancora.
Cioè, video di combattimento sul campo… mai ho visto una telecamera smettere di funzionare. Idem con patate per i video di al-Zawahiri, tutti video ben fatti senza alcun difetto audio o video.
Adesso, se l’ipotesi numero 2 è quella giusta, mi chiedo come mai non abbiano preso una telecamera funzionante, data «l’importanza dell’evento», e visto che Bin Laden aveva parlato solo per 48 secondi, non abbiano ri-iniziato a girare la scena daccapo.
Se l’ipotesi giusta è invece quella 1, significa che ci troviamo di fronte ad una macchinazione dell’intelligence americana.
Ne hanno i mezzi e le capacità, e la puntualità di questo messaggio di Bin Laden aiuta Bush e il suo partito, che stavano affrontando un momento molto difficile.
L’ipotesi più improbabile mi sembra invece la 3.
Non vedo proprio per quale motivo, data l’importanza di questo video, di non prendere una telecamera funzionante e rifilmare daccapo.
Forse fra 30 anni sapremo la verità, come per l’incidente del golfo del Tonchino o l’Operazione Northwood.
Rettifico: il video a quanto pare si interrompe dal 48esimo secondo fino al minuto 4:28… quindi s’interrompe inspiegabilmente per 4. Buoni minuti in cui l’audio può essere stato modificato… poi riprende brevemente e s’interrompe di nuovo al minuto 5:08, quando Bin Laden nomina Blair, Bush e Sarkozy… quando il video s’interrompe c’è un’immagine della prima interruzione del 48esimo secondo… e questa è poi l’ultima interruzione e fino alla fine non c’è più video…
Per cui salta l’ipotesi 2, quella che la telecamera ha smesso di funzionare… e ritenendo poco credibile la ipotesi 3, mi tocca pensare che sia la 1 l’unica credibile… ragazzi sta’ roba è falsa quanto una banconota da 3.000 lire…
Cordiali saluti e buon lavoro.
Luca
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