Ancora sul Dalai Lama

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    Poche righe per registrare lo sdegno verso l’ignominiosa campagna d’odio e persecuzione del Dalai Lama da parte dello Stato Cinese. E’ nuovamente accaduto: la Germania invita il Dalai Lama e la Cina riparte con le minacce ed i ricatti economici; i Rockfeller dagli occhi a mandorla non sono nuovi a questi tipi di ricatti che in questo caso non hanno registrato successo e che certamente faranno pagare pegno economico alla Merkel ed al suo Stato, come si evince dalle immediate reazioni. Sfruttare il proprio potere economico per annientare un leader religioso e la sua battaglia – ormai alleggerita, per l’autonomia del Tibet e non più per la sua indipendenza – è realmente qualcosa di scandaloso.

    Ancor più scandaloso è che i capi di Stato, prima di tutto quelli italiani, non facciano nulla di concreto in proposito. Non c’è da stupirsene comunque visto che proprio grazie a Prodi l’Italia è piena zeppa di negozietti cinesi (è di sua paternità infatti il decreto che gli consente di ricevere ingenti somme di denaro come contributo per l’apertura di una nuova attività economica in Europa)… d’altronde il bravo professore, amante delle sedute spiritiche, proprio lo scorso anno si è recato in Cina per firmare nuovi accordi con il governo di Pechino, e proprio in questo suo viaggio – dimentico forse di dichiararsi ostentatamente cattolico – dichiarò ai giornalisti, che lo informavano delle minacce ricevute dal Papa per il suo viaggio in Turchia, che era dovere delle guardie svizzere proteggerlo… e bravo mortadella, tutti uguali questi porcinesi…!