Il Ministro dell’Economia (foto) afferma, dopo la mega-gaffe da immediate dimissioni sui bamboccioni, costretti a casa per colpa di politici come lui, che le tasse sono bellissime. Altra affermazione a dir poco infelice, soprattutto per gli scarsi risultati che assicurano. Ma la bellezza, lo si puo’ ben vedere, e’ forse per lui un concetto molto limitato. Brutto e bamboccione, Ministro.
ROMA – “Le tasse sono una cosa bellissima, un modo civilissimo di contribuire tutti insieme a beni indispensabili quali istruzione, sicurezza, ambiente e salute”. Tre giorni dopo la polemica su i “bamboccioni” il ministro Tommaso Padoa-Schioppa discute su tasse e welfare nello studio di “In mezz’ora” di Lucia Annunziata sui Rai 3.
“Ci può essere insoddisfazione sulla qualità dei servizi che si ricevono in cambio – ha aggiunto – ma non un’ opposizione di principio sul fatto che le tasse esistono e che si debbano pagare”. Per l’opposizione la frase sulla tasse è un altro autogol del ministro dopo quella sui bamboccioni. “E’ una frase rivelatrice della cultura e della mentalità di questo governo, che vede nell’imposizione fiscale una sorta di misura salvifica rispetto al peccato commesso da chi guadagna con il suo lavoro o la sua impresa” commenta Fabrizio Cicchitto, vicecoordinatore di FI, “una visione penitenziale e punitiva della vita che si combina con il paternalismo altezzoso e arrogante di chi ha appellato i giovani come dei ‘bamboccioni'”.
“Nessuna modifica clamorosa nel welfare” – Alla viglia del referendum tra i lavoratori, anche precari, sull’intesa siglata tra governo e parti sociali il 23 luglio scorso, il ministro si dice “fiducioso”. “Penso che ci sarà accordo e che non ci saranno modifiche clamorose”. E “malgrado la consapevolezza della delicatezza” dei due passaggi di questa settimana – referendum e voto in Consiglio dei ministri – ritiene che “questi due passaggi avverranno senza snaturare l’accordo che è stato fatto”.
Gli “aggiustamenti” possibili – Dopo Damiano anche il ministro economico apre su possibile modifiche.
“Dobbiamo ancora fare gli ultimi aggiustamenti e non sarebbe utile fare anciticipazioni”, rivela. E’ un problema di lessico: l’importante è non chiamarle “modifiche” ma “aggiustamenti”. Il ministro vede più possibili quelli sui lavori usuranti. Più difficili quelli sui precari.
Lavori usuranti e precari – Il ministro affronta il malcontento nell’ala più sinistra dei sindacati (Fiom) e nella maggioranza. I nodi sono due – i lavori usuranti e il precariato – e sono “i più delicati”. Il primo è un “tema antico che ci trasciniamo da molti anni: bisognerà trovare la coerenza tra la definizione di lavori usuranti e la cifra che è scritta nella legge finanziaria che corrisponde a quello che può essere il costo in termini di effetti sul Bilancio dell’esenzione di questi lavori usuranti. La cifra è scritta quindi se dovesse modificarsi in maniera radicale si dovrebbe trovare una copertura e la definizione deve essere coerente con la cifra”.
Quanto al lavoro precario, il ministro lo ha definito “un tema molto complesso”. “Precario è una cosa, flessibile è un altro – ha spiegato- oggi l’Italia è un paese dove il tasso disoccupazione è particolarmente basso e credo sia onesto dire che in parte lo è perchè in parte si sono create forme di lavoro flessibile. Bisogna quindi continuare ad accettarle migliorandole”.
“Sulla trasformazione dopo 36 mesi di un rapporto di lavoro precario in rapporto di lavoro a tempo indeterminato – conclude il ministro – non credo ci possa essere un automatismo assoluto ma neanche che ci possa essere uno sfruttamento del precariato per un tempo illimitato”.
Il sì dei lavoratori – Padoa Schioppa ha fiducia nel fatto che “la maggioranza dei lavoratori sara’ favorevole”. Il protocollo del 23 luglio è stato firmato dai tre sindacati che ne motivano la bontà punto per puinto. La Fiom, come previsto, ha annunciato che darà voto contrario. Le urne si aprono domattina e resteranno aperte fino alle 14 del 10 ottobre. Il 12 ci saranno i risultati.
L’Ici peserà sullo Stato – “I sindaci possono essere rassicurati sull’Ici: è un’imposta comunale, deve rimanere comunale e rimmarrà così. Nei confronti dei Comuni non ci sarà nessun mutamento: sarà lo Stato ad accollarsi l’onere della riduzione dell’Ici”. La riduzione della tassa sugli immobili è uno dei punti chiave della Finanziaria 2008.
I tesoretti ai contribuenti – “Se il recupero dell’evasione fiscale continuerà e nel vincolo del pareggio di bilancio, è naturale che si chieda una riduzione dell’Irpef”. Parole chiare quelle del ministro sui tesoretti recuperati dalla lotta all’evasione fiscale. ‘”E’ finito lo spazio per destinare il recupero dell’evasione fiscale a nuove spese. Il recupero deve continuare, solo che deve essere ormai in via pressochè esclusiva destinato a restituire ai contribuenti quello che viene recuperato”.
(7 ottobre 2007)
repubblica.it