Papa Benedetto XVI ha lanciato un appello, affinché la vendita medicinali che causano l’aborto o l’eutanasia, sia effettuata a discrezione del singolo farmacista. Infatti, l’obiezione di coscienza attualmente non viene consentita ai farmacisti, che sono obbligati a vendere al pubblico ogni tipo di medicinale su legale richiesta, anche se tale “medicinale” va contro i principi morali di chi ha il compito di vendere lo stesso. Di qui l’appello del Presidente della Federazione degli ordini dei farmacisti italiani, affinché il provvedimento legislativo fermo alla Camera venga al più presto approvato.
CITTA’ DEL VATICANO (29 ottobre) – L’obiezione di coscienza deve essere un diritto anche per i farmacisti. La possibilità di non dispensare farmaci destinati all’aborto o all’eutanasia è stata sottolineata dal Papa che ai farmacisti ha riconosciuto il diritto di non collaborare direttamente o indirettamente alla fornitura di prodotti che hanno per scopo scelte chiaramente immorali come per esempio l’aborto e l’eutanasia». Benedetto XVI ricevendo in Vaticano i farmacisti cattolici ha chiesto loro di essere consapevoli degli effetti che hanno alcune molecole. «In questo campo – afferma il Papa – non è possibile anestetizzare le coscienze, per esempio circa gli effetti di molecole che hanno lo scopo di evitare l’annidamento di un embrione o di cancellare la vita di una persona». La vita – ha ripetuto Benedetto XVI – «deve essere protetta dal suo concepimento alla sua morte naturale». «Lo sviluppo attuale degli strumenti medicamentali e delle possibilità terapeutiche che ne derivano – ha spiegato il Papa -chiedono ai farmacisti di riflettere sulle funzioni sempre più ampie che sono chiamati a svolgere in quanto intermediari tra il medico e il paziente».
I farmacisti sono chiamati a svolgere «un ruolo educativo con il paziente per un uso giusto della cura medica e soprattutto per far conoscere le implicazioni etiche sull’utilizzo di un determinato farmaco».
Dal canto loro i farmaci hanno chiesto che venga resa possibile l’obiezione di coscienza per legge. «Molti farmacisti – ha affermato il presidente della Federazione degli ordini dei farmacisti italiani (Fofi) Giacomo Leopardi – ritengono di essere equiparabili ai medici quanto al diritto all’obiezione di coscienza, ma nei fatti le cose vanno diversamente». Attualmente infatti, spiega il presidente Fofi, «il farmacista non può esercitare l’obiezione di coscienza poichè la legge gli impone la vendita dei medicinali, di qualunque genere essi siano, per i quali venga presentata la ricetta. Il farmacista, cioè, non può rifiutarsi».
Fonte: it.wasalive.com