Chi ancora non ne fosse al corrente sappia che in America, oltre ai candidati mediatici per eccellenza, onorati, anzi no, finanziati dalle lobby che essi stessi onorano, c’è un altro candidato per le prossime elezioni presidenziali. Si tratta di un certo Ron Paul (foto), un repubblicano del tutto particolare nella situazione odierna; questo ginecologo ultra settantenne è infatti l’unico tra i candidati ad opporsi alle scelte filo-israeliane della politica estera americana di questi “ultimi” tempi. Non ci sta a promettere che appena sarà al potere se ne andrà a bombardare qua e là per il mondo, come ordinano quelli del paese eletto. Ha idee diverse Ron. Ed infatti non c’è quasi traccia di lui nelle reti televisive statunitensi che, al massimo, si limitano a dedicarsi alla sua derisione o, più volentieri, alla sua demonizzazione: la tecnica è quella classica, l’accusa di antisemitismo. Intanto, il nostro è l’unico a fare una campagna senza sfarzi e ad essere sostenuto dalla gente che ha donato in un solo giorno 4 milioni di euro. Insomma è uno vicino alla gente…troppo poco per essere eletto nella più grande democrazia mondiale, che continua ad imporre il pensiero unico attraverso le sue guardie bianche, i giornalisti, che infatti sono accusati di assecondare la signora Clinton nella sua richiesta di domande pilotate…perdonate, democraticamente pilotate! (Per approfondimenti sulla questione del candidato Ron Paul): http://www.effedieffe.com/interventizeta.php?id=2412¶metro=esteri ) CAMPAGNA ELETTORALE, HILLARY INCIAMPA SULLE DOMANDE PILOTATE
Nuovo colpo in arrivo per la campagna elettorale di Hillary Clinton. Questa volta la minaccia viene dai suoi stessi potenziali elettori, che testimoniano di una pratica diffusa, ma ben poco amata: quella delle domande pilotate.
Sono sempre più numerose le persone che dicono di aver ricevuto precise indicazioni dallo staff elettorale della senatrice riguardo le domande da porre durante i comizi pubblici e le loro testimonianze stanno trovando sempre maggior spazio sui media, dai giornali scolastici a network di primo piano come Cnn, Abc News o Msnbc.
La vicenda è venuta alla luce con le dichiarazioni di Muriel Gallo-Chasanoff, studentessa del Grinnell College di Grinnell, nell’Iowa, stato di fondamentale importanza elettorale, i cui cittadini sono particolarmente attenti e ricettivi negli incontri politici: Muriel sarebbe stata spinta a porre una domanda molto specifica riguardo l’ambiente e il riscaldamento globale. Stessa sorte per un altro intervenuto allo stesso meeting, cui sarebbe stato suggerito di chiedere quali strategie l’ex First Lady intenda mettere in atto per creare nuovi posti di lavoro, e per un partecipante ad un meeting tenutosi questa primavera, invitato a fare domande sulla guerra in Iraq e sul suo finanziamento.
Gli addetti alla campagna elettorale di Clinton hanno liquidato l’episodio di Grinnell come un semplice “errore” dovuto all’inesperienza di un giovane membro dello staff e la stessa Hillary si è dichiarata estranea a certe pratiche, che “non sono e non saranno di certo tollerate”.
Ma gli avversari politici non si sono fatti sfuggire l’occasione per criticare la pericolosa rivale: pur non facendo riferimento diretto alla senatrice, Barack Obama ha dichiarato oggi che il suo team elettorale non ha mai fatto ricorso alle domande preconfezionate, né mai lo farà. Più duro e diretto l’attacco di John Edwards, che ha bollato la vicenda delle domande pilotate come un’azione che avvicina Hillary al presidente Bush: “George Bush partecipa ad eventi pianificati, in cui i partecipanti sono accuratamente selezionati e in cui è permesso fare domande solo se sono interessanti e favorevoli per la sua immagine”, ha chiarito Edwards.
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