di Guido De Giorgio, da “Prospettive della Tradizione”
L’universalità Romana è l’indice della potenza dello spirito tradizionale che ha impresso un suggello comune a popoli differenti operando una vera e propria redenzione con i suoi simboli e nei suoi simboli, indipendentemente dalle caratteristiche esterne, il cui valore, ripetiamo, è molto secondario quando vi sia il centro vivificatore.
Questi simboli parleranno ai molti o ai pochi, ma parleranno sempre, finché esisterà Roma e la sua funzione sacra, nel linguaggio muto, nell’idioma sacro che solo è compreso dalla Razza dello Spirito, da coloro che dall’alto del Septimontium scorgono perennemente i dodici avvoltoi aggirarsi circolarmente sul tracciato idealedell’urbe quadrata per avvivarvi il fuoco di Vesta, da cui s’innalza l’ombra immensa dell’universalità radiante, la Croce. E una nuova luce può improvvisamente balzare dalle lamentevoli rovine del mondo occidentale se, dissipata l’ignoranza che tanti secoli di vita e di cultura profana hanno accumulato sulla purezza originaria della tradizione nostra venuta a culminare zenitalmente nell’ Oenotria tellus, Roma riprenderà la sua funzione sacra ridivenendo la città santa che largisce ai popoli i tesori nascosti della sua guerra e della sua pace: guerra santa e pace sovrana compiute ambedue e soltanto per “la gloria di Colui che tutto move “.
Ardua è l’impresa in quest’ Europa agitata e sconvolta da errori assunti a legge di vita
e di pensiero; ma noi pensiamo che coloro che conoscono il segreto della potenza
di Roma debbono tentarla, risollevando sulla povera turba trascinata nel gorgo di
una guerra ingiusta e di una pace ancor più ingiusta, i segni della potenza, della
giustizia e della gloria verace che Roma sola ha proposti, per la salvezza dell’Occidente, alla conoscenza e all’amore della Razza dello Spirito a cui appartiene veramente il dono divino dell’immortalità.[…]
Lo spirito di Roma è eterno come eterno è il Fascio Littorio nella sua culminazione sacra
ed intangibile: nulla potrà prevalere contro la passione, la febbre della Verità, neanche lo scatenamento bestiale di tante forze antitradizionali piegate a tutte le insidie, pronte a tutti i tradimenti, pur di travolgere l’ultimo baluardo. All’arbitriodei pochi che urlano in veste di molti, alla contaminazione di un assetto spirituale, morale e sociale che è compromesso
e viltà, il Fascismo oppone il Diritto Divino nel suo senso più alto e la Legge con l’autorità
assoluta dell’ortodossia tradizionale. Se in Occidente vi è ancora un barlume di verità, un
sussulto di vera forza, un brivido di purezza, si riconoscerà la necessità del ritorno integrale allo spirito di Roma che il Fascismo vuole non per opprimere, non per giugulare le risorse vive di ciò che è la vera libertà, il riconoscimento cioè del Diritto di Dio e l’obbedienza alla Legge e all’autorità tradizionale, ma per dilatarla, accrescerla inserendola in una sfera di azione in cui tutto confluisce per il trionfo della verità e della giustizia.
Curato per Azione Tradizionale – Aprile 2007