Parodia della fiducia

393

Nelle sue opere R. Guénon ci ha lucidamente indicato come il mondo moderno non sia altro che una grande parodia del mondo tradizionale. I mestieri nei quali i suoi agenti riescono meglio sono la contraffazione e l’inganno. Tra tutto quel che si può dire al riguardo, un esempio di contraffazione si ha con la fiducia. La fiducia è una virtù fondamentale dell’uomo della Tradizione, crea unità con il cosmo. Dove vi è fiducia vi è Comunità, quando manca si ha distruzione e dissoluzione. A livello esistenziale la fiducia dà entusiasmo, amore e serenità (“chi si fida si riposa” recita un adagio popolare), la sfiducia crea conflitto, paura, dubbio e ostilità. Sarà un caso che oggi la famigerata “crisi”, non sia nient’altro che una crisi di fiducia? Si parla di fiducia nei mercati, nelle banche, negli Stati e nella loro solvibilità. Sicuramente non lo è ma non nel senso che può apparire più immediato. La fiducia nei mercati oggi, in forza della parodia di cui parlavamo sopra, è una fiducia sfruttata. Le banche e tutta la giostra intorno richiedono fiducia quando in realtà offrono un inganno. Si presta più denaro di quanto si ha nei depositi bancari, sfruttando il denaro depositato per creare investimenti ad insaputa dei risparmiatori, e questo gioco volto al benessere resiste finché i risparmiatori stessi (rectius, il popolo) ci crede e ha fiducia nel mercato e nelle banche, altrimenti il castello di carte crolla con la celebre immagine della corsa agli sportelli tratta dal film Marry Poppins e rivista nella realtà ultimamente. Oggi non si fa altro che chiedere fiducia al solo fine di ingannare. Chiedendo fiducia, tradiscono la tua fiducia.

(Si ringrazia Antonio Medrano per gli spunti per questa riflessione sorti in occasione del Campo di Formazione Tradizionale 2012 a seguito di un suo intervento)