Mentre in Italia assistiamo a lotte fratricide nel Partito Democratico con la caduta dell’asse Letta-Alfano e Sua Maestà Traditrice Napolitano fa da sè l’ennesimo governo a propulsione dei Poteri Forti, con buona pace degli illusi elettori democratici, la crisi è in corso anche nel prestigioso salotto francese del quotidiano Liberation organo della sinistra radical-chic d’Oltralpe.
Il direttore Demorand rassegna le dimissioni, la redazione è in rivolta ed i conti di bilancio del gruppo editoriale non tornano.
La verità è che i destini della sinistra da salotto sono legati a doppio filo all’alta finanza e quando cala il circolante, l’economia reale si sbanda e con essa perde aderenza anche la lobby dei compagni al caviale.
(repubblica.it)PARIGI – Si dimette il direttore del quotidiano francese Libération. Nel bel mezzo della crisi tra azionisti e redazione, Nicolas Demorand – in carica dal 2011 – ha annunciato oggi il proprio passo indietro in un’intervista rilasciata al sito internet Monde.Fr: “Ho deciso di dimettermi dal mio incarico di direttore e di lasciare Libération”, ha dichiarato Demorand. “Il quotidiano vive ormai una crisi aperta, su di me si è cristallizata una parte del dibattito e quindi ritengo che sia mia responsabilità, in qualità di direttore, restituire margini di manovra e di negoziato alle due parti”.
Demorand ha spiegato “di aver ricevuto ancora ieri il sostegno pieno degli azionisti” e ha aggiunto di aver preso la decisione di dimettersi “per sbloccare la situazione in cui si trova Libération, con uno scontro molto netto tra la redazione e una parte degli azionisti”.
Già a fine novembre, l’89% dei dipendenti aveva chiesto le “dimissioni del presidente del consiglio di sorveglianza, lo stesso Demorand, e del copresidente Philippe Nicolas, ma oggi entrambi sono ancora al loro posto”.
Lo scorso 7 febbraio il quotidiano progressista francese aveva indetto uno sciopero votato dal 65,6% dei dipendenti, imputando le difficoltà finanziarie del giornale tanto alla crisi della carta stampata, ma anche a “seri problemi di governance”. Gli azionisti hanno svelato di voler trasformare il giornale e la redazione in una sorta di social network multimediale a pagamento. La sede del giornale, fondato nel 1973 da Jean Paul Sartre, dovrebbe diventare, secondo questo progetto, un spazio culturale.