Evola, Mussolini ed il Fascismo – parte 3

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La recente pubblicazione della nuova edizione de “Il Cammino del Cinabro“, in questo 40esimo anniversario della morte di Julius Evola, è un’utile occasione per tornare a parlare di questo grande esponente della Tradizione. Uno degli aspetti ancora più critici nell’analisi e lettura dell’opera e della biografia di Evola, sta nel suo rapporto col regime Fascista. Tratti dall’opera di Y. De Begnac “Taccuini Mussoliniani” (Il Mulino, Bologna, 1991) concludiamo con questo contributo la ripubblicazione di alcuni brani – pressoché sconosciuti ai più – che sono utili per inquadrare il rapporto Evola- Mussolini-Fascismo. Avremo comunque modo di ritornare sull’argomento.
“Una cultura della rivoluzione, una religione della socialità libera da ogni vincolo di servitù, dice il mio amico Julius Evola, altro non è, altro non sarà se non il maglio che batte, come voleva il signor Lenin, il tempo dell’azione, all’avanguardia del proletario postosi sul sentiero della guerra dell’esistente […] Noi non vogliamo consumare incenso sull’altare dell’evoluzione. Ha ragione il mio amico Evola. Siamo padri e figli della rivoluzione. Non siamo i parvenus della storia”.  (Benito Mussolini)