Letture dagli scaffali

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novità librarie

Il Sacerdote a Roma

Titolo Completo: Il Sacerdote a Roma

Autore: Danielle Porte

Anno: 2013

Pagine: 312

Il Libro: 

Il sacerdote a Roma, è il sacerdos, letteralmente il «datore del sacro». Oggetto divino e tecnico degli dèi, egli assicura loro, in nome della Città, la parte di sacro che loro conviene. Egli mantiene i legami della comunità con l’aldilà, di cui interpreta le volontà e a cui presta servizio. Vestali, pontefici, aruspici scandiscono i ritmi della vita attraverso dei riti e delle cerimonie che Danielle Porte descrive a meraviglia, così come descrive tutti gli aspetti del mondo della religione. Propone così uno straordinario viaggio in una dimensione appassionante della civiltà latina.

I sacerdoti sono in realtà “degli onesti funzionari, la cui funzione, lungi dall’essere insignificante, fa parte di un insieme accuratamente organizzato di cui essi hanno coscienza d’essere gli ingranaggi indispensabili; e contemporaneamente i sovrani, poiché l’interruzione, o anche l’inesattezza della loro funzione causerebbe la paralisi dei rapporti con gli dèi e potrebbe provocare la morte della comunità. Ogni depositario di una parte di sacro tiene nelle sue mani la vita e la morte di tutta la città. E il signore del Campidoglio e dell’intera religione, il Pontefice Massimo, si inchina lui stesso davanti alla sola autorità che possa chinare tutte le teste della Città e contrastare persino la volontà degli dèi: Roma, essa stessa dea, essa stessa sacra.”

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Il Culto privato di Roma Antica vol. I

Titolo Completo: Il Culto privato di Roma Antica vol. I. La religione nella vita domestica

Autore: De Marchi

Anno: 2003 Collana: Religione Romana

Pagine: 248

Il Libro:

Un autorevole saggio sulla Religione Romana che presenta come pregio un’analisi approfondita dei documenti. Il culto privato è il cuore della Religione Romana e questo volume sviluppa la modalità dei Sacra Privata nella Gens-Familia.

 Attilio De Marchi (n. 18-3-1855/m. 29-12-1915) fu insigne cultore degli studi classici, insegnante di Antichità Romane nella R. Accademia Scientifico-Letteraria di Milano, raccolse nella sua monumentale opera sul culto privato di Roma antica la somma delle sue conoscenze religiose, filosofiche, antiquarie, letterarie, un’opera che ancora oggi, a distanza di oltre un secolo (il primo volume vide la luce nel 1896 ed il secondo nel 1905), resta unica ed insuperata nel suo genere.

L’opera del De Marchi è validissima e fondamentale, in essa è raccolto un vastissimo materiale di studio, il quale, esposto secondo una modalità umana e “scientifica” moderna, non risulta sufficientemente trasposto nella dimensione autentica dello spirito religioso romano tradizionale. In tale pur valida materia, occorre insufflare lo spirito vivificante della dimensione metafisica operativa del culto, occorre orientare la interpretazione del dato filologico in senso tradizionale Romano, le basi documentarie letterarie così possono costituire quel segno basilare da cui l’azione della contemplazione estrae lo spirito nella sua purità metafisica, quella propria all’autentico nucleo del culto privato.

De Marchi dedicò massimo impegno e amore ad una disciplina che riteneva fondamentale per comprendere la formazione e la struttura del culto pubblico di Roma antica, lo studio delle antichità private; egli rilevò l’importanza e l’autonomia del culto privato rispetto a quello pubblico, la sua relativa indipendenza e continuità rispetto al culto pubblico, la sua assoluta importanza per il mantenimento della Pax Deorum Hominumque e delle tradizioni gentilizie divine costituenti il nucleo essenziale della Roma delle origini, nucleo sul quale si costituì l’originario Senato Patrizio, detentore della Autorità religiosa e civile di Roma.

Dotato di una preparazione notevolissima, con una padronanza della filologia romana indiscussa, struttura solidamente le sue argomentazioni ed inquadra la sua esposizione in un contesto adeguato, senza subire in maniera fuorviante i pregiudizi e le deviazioni che nel suo tempo si sviluppavano sugli Studi Romani, con pesanti distorsioni di carattere evoluzionistico-storicistico-sociologico.

L’opera sul culto privato è divisa in due volumi, il primo raccoglie l’organizzazione del culto nella Gens-Familia, il secondo volume si estende alla trattazione di specifici culti gentilizi e di quanto nella Gens è culto comune, inoltre tratta la religione dei collegi privati, dei sodalizi e delle associazioni in cui si avevano culti specifici.

In questo primo volume il De Marchi sviluppa in modo unitario e centrale la modalità dei Sacra Privata nella Gens-Familia, apre la trattazione con una esposizione della teologia e della psicologia della Religione Domestica, tratta delle strutture cultuali e degli spazi sacri nella Domus, così come degli arredi e delle suppellettili dei sacrari e delle edicole; egli definisce altresì l’esercizio del sacerdozio domestico e la base del suo officio rituale, inoltre esamina i riti centrali e portanti il culto famigliare, dalla nascita al matrimonio, alla morte; completa la trattazione una descrizione delle celebrazioni delle principali feste calendariali domestiche, una esposizione degli atti completanti la pietas gentilizia, con particolare riguardo ai sacrifici, alle offerte e alle preci, per terminare con un profilo delle condizioni psico-spirituali del soggetto gentilizio nei suoi atti religiosi.

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Il Culto Privato di Roma antica vol. II

Titolo Completo: Il Culto Privato di Roma antica vol. II. La religione Gentilizia e Collegiale 

Autore: De Marchi

Anno: 2004 Collana: Religione Romana

Pagine: 160, brossura

Il Libro: Un autorevole saggio sulla Religione Romana che presenta come pregio un’analisi approfondita dei documenti. Il culto privato è il cuore della Religione Romana.Questo secondo volume descrive la natura dell’antico Culto Gentilizio proprio alle Genti e dei sodalizi privati. La trattazione completa quanto esposto dall’autore nel I volume su Culto domestico e personale, sono così illustrate tutte le componenti le forme e le manifestazioni del Culto privato a Roma.

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La Religione Romana

Titolo Completo: La Religione Romana

Autore: G.B. Pighi

Anno: 2004 Collana: Civitas

Pagine: 136, brossura

Il Libro: Le fonti della nostra conoscenza sono due: la tradizione annalistica e la tradizione antiquaria; alla quale si aggiungono le notizie fornite dai resti archeologici.”
(Pighi, in La Religione Romana). 

Una nuova edizioni per un libro-raccolta delle lezioni tenute dall’eminente filologo nell’Università di Torino su temi della Letteratura Latina, ma che sono trattati come spunti per parlare del sistema filosofico e religioso sotteso. Da Orazio, passando per la Tradizione Annalistica ed Antiquaria, analizzando le forme della preghiera romana, concludendo con due saggi sulla Teologia Romana e Vedica, il libro si snoda cercando di rivelare, a partire dall’analisi filologica e, quindi nella più pura tradizione classica, il ricchissimo universo religioso dei nostri antichi Padri

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Romana Pietas

Titolo completo: Romana Pietas. La religiosità dell’antica Roma.

Autore: Vigna Massimo

Anno: 2012

Pagine: 162


Il libro:  La civiltà romana, al pari di altre civiltà arcaiche, è sempre stata, fin dai suoi primordi, orientata al sacro e del sacro era permeata in tutti i suoi aspetti, a partire dall’ordinamento statale, fino ai più semplici gesti della vita quotidiana dei suoi cittadini.

Le modalità di espressione della religiosità romana sono tuttavia mutate nel corso ultramillenario del ciclo vitale della romanità pur nel mantenimento dei suoi concetti basilari; possono essere individuati infatti alcuni momenti di cambiamento, dei “punti di svolta” che hanno talvolta coinciso con mutamenti di tipo istituzionale e sociale; occorre tuttavia ricordare che in una civiltà come quella romana tali cambiamenti non possono non trarre la loro causa prima da un piano metafisico o religioso.

Infatti, in una civiltà orientata al sacro, sono le alterazioni su questo piano a determinare un “adeguarsi” della compagine sociale che si conforma e si plasma a seguito di tale influenza. Al più, le vicissitudini storiche possono creare l’occasione del manifestarsi di un cambiamento già in atto ed ancora latente.

Quindi, occorre ribaltare l’ottica consuetudinaria che vede gli eventi storici quale causa dei mutamenti istituzionali, politici e sociali, per assumere una prospettiva che osservi le modalità di trasformazione della religiosità romana e come queste si traducono sul piano degli ordinamenti umani.

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Tradizione e misteri di Roma

Titolo completo: Tradizione e misteri di Roma

Autore: Mariano Bizzarri

Anno: 2002

Pagine: 334


Il libro:  Luoghi del Sacro e continuità Spirituale nell’Urbe.
La storia di Roma, letta attraverso i simboli e le opere architettoniche che ne scandiscono l’irripetibile unicità, attesta una continuità spirituale, dalla Roma dei Re a quella dei Papi, che non può essere compresa se non alla luce dei rapporti che intercorsero tra l’Urbe e il “centro supremo”, di cui Roma è in qualche modo “l’immagine” in occidente.

In questo senso la Tradizione Romana è parte integrante del deposito integrale della Tradizione primordiale, la cui sapienza costituisce a tutt’oggi l’unico e l’ultimo baluardo contro le orde dissolvitrici del Kali-Yuga.
Espressione di una filiazione diretta della sede iperborea, Roma ha saputo raccogliere il retaggio di altre Tradizioni (zoroastriane, ebraiche, cristiane), integrandole in un corpus dottrinale che si esprime preferenzialmente in simboli e riti, piuttosto che in dottrine e mitologie.

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Arcana Urbis

Titolo completo: Arcana Urbis. Considerazioni su alcuni rituali arcaici di Roma

Autore: Baistrocchi Marco

Anno: 1987

Pagine: IX-342 

 


Il libro: La religione romana appare agli albori del secolo scorso come un unicum, pietrificato sotto il peso di un rigorismo moralistico, spesso formale e strumentale, che scarsi orizzonti lasciava allo sviluppo della spiritualità e alle libere creazioni degli impulsi vitali, un arido e recente coacervo cioè di formule rituali prive di parentele mitico-rituali con le altre famiglie indoeuropee e quindi anche di aspetti originari prima degli innesti etrusco-greci. Alla primitiva struttura del sistema religioso, si è sovrapposta poi tutta una serie di stratificazioni prodotte da una tenace serie di pregiudizi interpretativi, favoriti tutti dalle non infrequenti distorsioni ed incomprensioni delle stesse fonti classiche del tardo periodo repubblicano. Di fronte a tale impenetrabile oscurità labirintica si stagna la gigantesca opera di decifrazione del sistema religioso dell’Urbe avviata soprattutto dalla Dumézil, e che ha permesso, mediante un costante accostamento agli altri sistemi religiosi, soprattutto indoeuropei, di far nuovamente sgorgare più di qualche polla della singolare spiritualità che permeava e vivificava la religione romana, che per tanti versi sembra apparentarsi all’arcaico mondo rituale dei Veda.

E in tale contesto che si inserisce la presenta opera, che documenta, in particolare, l’impegno del Romano, convinto di conoscere le leggi ineluttabili del mondo divino, ad adoperarsi serenamente e severamente, ricorrendo a magiche e matematiche formule rituali, per capire la benevolenza dei propri Dèi e per sedurre le potenze divine dell’avversario, da cui riteneva di non potere prescindere per assicurare la pax deorum e quindi l’eterna sopravvivenza dell’Urbe.

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Roma prima di Roma

Titolo completo: Roma prima di Roma. Metastoria della tradizione italica.

Autore: Paolo Galiano;

Anno: 2011;

Pagine: 205


Il libro: Negli ultimi tre secoli una poco conosciuta schiera di autori italiani ha affrontato  il tema della precedenza storica della civiltà degli antichi popoli italici rispetto a quelle del bacino del Mediterraneo, civiltà a cui questi scrittori dettero il nome di Saturnia Tellus.Questo libro, attraverso un vasto corredo di illustrazioni, raccoglie una serie di testimonianze e di documenti collegati alla mito-storia di Roma e dell’Italia: I Pelasgi, gli Etruschi, i Siculi e tanti altri popoli arcaici dell’Italia emergono dalle regioni del Mediterraneo quando ancora la “Tirrenide” era una grandissima terra emersa. Dopo il terribile “cataclisma italico” conosciuto anche dagli autori Latini e Greci più antichi, inizia un processo in cui l’Italia appare il centro primigenio di diffusione della civiltà in tutto il mondo.

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Vesta e il fuoco di Roma

Autore: P. Galiano

Anno: 2011

Pagine: 71

Il libro:

Per comprendere anche storicamente i riti di Vesta e la loro connessione con la Regia in quanto “focolare del Rex” è necessario esaminare brevemente la storia più arcaica di Roma, a partire dall’Età del Bronzo Recente, a quando risalgono cioè le prime testimonianze di un abitato sul Palatino, il germe della Roma Quadrata di Romolo . La trattazione segue di necessità ciò che racconta il mito, perché la storia di Roma è tutt’uno con i suoi miti, tanto da poter parlare di una “mitistoria”, cioè di una storia che si rivela attraverso il mito e che la ricerca attuale, in particolare quella archeologica, conferma con una sovrapposizione perfetta fra i due strati mitico e storico. 

Il termine “mito” va inteso nel suo reale significato, non “fantasia”, accezione che viene data nell’ambito della cultura moderna per ignoranza della sostanza delle parole, ma secondo la definizione di Attilio Mordini: “Il termine mythos significa, almeno nel senso originario, parola, parola che si manifesta dal silenzio nell’atto segreto dell’iniziazione ai Misteri; e cela, ma al tempo stesso porge discretamente e rivela, la verità che nel gran silenzio primordiale è racchiusa”.
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Gli Augures

Titolo: Gli Augures

Autore: Spinazzola Vittorio

Anno: 2011

Pagine: 192


Il libro: ‘Furon chiamati così i sacerdoti incaricati d’interrogare, mediante l’interpretazione di segni naturali, che costituivano gli auspicii, la volontà di Giove intorno ad atti determinati.Se gli Dei non consentono, ed è estraneo allo spirito della religione romana, di indagare e conoscere il futuro essi non isdegnano di concedere o negare il loro assenso alle azioni umane, prima che vengano intraprese, inviando segni, che regole tradizionali determinino ed aiutino a rivelare. Custodi di queste regole, il cui complesso forma la scienza degli auspicii, sono, per la natura stessa del loro ufficio, gli augures (…).
Così esordisce il testo di Vittorio Spinazzola, figura di importante studioso che operò a cavallo tra i secoli XIX e XX, punto di incrocio tra la cultura filologica e archeologica.
Diversi sono gli studi svolti su questa particolare forma di sacerdozio e tutti citano tra le fonti più autorevoli quella di Spinazzola, apparsa nella forma più breve di memoria intorno alla etimologia di Avgvr negli Atti della R. Accademia di Archeologia lettere e belle Arti di Napoli poi anche nell’ottimo Dizionario epigrafico di E. De Ruggiero.
Il Collegio degli Avgvres è un collegio sacerdotale centrale nella religione romana, ad esso era relegato, fin dalle origini più arcane dei tempi della fondazione della sacra urbe, il fondamentale compito di interpretare i segni celesti, tramite i quali si poteva conoscere la volontà divina, conoscenza basilare per tutto il culto romano per il mantenimento della Pax deorvm hominvmqve. Si può capire, così, come l’indagine su questo Collegio sacerdotale sia importante per la conoscenza della religione romana stessa, sia nei suoi aspetti storici sia in quelli più operativi connessi ai modi del culto, in cui il mantenersi ‘Fata secvtvs’ costituisce l’alveo dell’azione umana giusta, conforme al patto con gli Dei che vigilano sulla Salute Pubblica.
Il testo di Spinazzola, la prima edizione è del 1895, è ancor oggi la più completa trattazione del sacerdozio degli avgures, essa fonda l’autorità delle sue tesi su iscrizioni e fonti antiquarie, tutte debitamente documentate e riportate all’interno del testo, poste in un costante dialogo con le indagini degli studiosi che si erano espressi su questo argomento. Il testo si sofferma con dovizia di particolari e documenti sulla controversa etimologia, sulle origini del sacerdozio e sulla storia, si inoltra poi sui modi della costituzione e sul suo ruolo nelle varie operazioni religiose, come ad esempio la costituzione del tempio, rendendo conto anche delle preghiere e delle formule augurali, non tralasciando di spiegare come avvenivano le operazioni legate alla divinazione e all’interpratzione dei segni; una parte consistente del libro è occupata dalle iscrizioni e dalle epigrafi ritrovate. Ne risulta un testo estremamente ricco ed interessante che rientra nelle edizioni di libri rari che la casa editrice Victrix riporta alla luce di una nuova pubblicazione, nella volontà di rendere omaggio all’insigne studioso ed offrendo così ai lettori la possibilità di entrare, con la mediazione pregevole di questa opera colta ed attenta, nel cuore della religione romana, in seno all”antica madre’.
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