Un francese sull’Etna. Recensione del Campo Estivo 2015

558
etna-campo-estivoOgni anno, dopo l’esperienza del nostro Campo di Formazione, ci ritroviamo a riflettere e scrivere di questa esperienza. Lo abbiamo fatto anche quest’anno. Negli anni, in merito a questa esperienza, abbiamo ospitato le riflessioni e le recensioni di militanti e di simpatizzanti, di chi la viveva per la prima volta e di chi invece era un ‘veterano’. Questa volta, diamo spazio alla riflessione di un nostro camerata francese che, per la prima volta, non solo si confrontava con il nostro Campo, ma aveva l’occasione di vivere a tutto tondo una esperienza comunitaria ed integrale. Il suo racconto – nonostante alcuni passaggi in un italiano non proprio fluido, ma che abbiamo voluto mantenere nella sua forma originaria – è forse la testimonianza vivente della legge del “simile che attrae il simile” per la quale, nonostante le differenze geografiche, storiche e culturali che, all’apparenza, possono dividere gli uomini, consente a chiunque e dovunque appartenga al Fronte della Tradizione di ritrovarsi (NdR).

Durante il mese d’agosto 2015 viene organizzato il campo estivo di Raido che da alcuni anni già permette a militanti originari da diversi orizzonti geografici di radunarsi e di condividere per una settimana indimenticabili momenti di cameratismo, in mezzo all’ineffabile e selvaggia bellezza della campagna siciliana. Sotto gli sguardi sovrastanti d’un Etna torregiante, ogni anno si scrive la storia. Questo evento unico per le comunità che ci partecipano è stato tanto più eccezionale per i pochi che l’hanno vissuto per la prima volta, e in particolare per il militante straniero che ha avuto l’onore e il privilegio di esserci convitato. E’ attraverso il suo sguardo nuovo e “esterno” e la sua penna che abbiamo deciso di scrivere quest’articolo, riapprofittando dell’occasione per presentare lo svolgimento e più che altro il senso profondo di questo campo estivo.

Il carattere annuale e dunque ricorrente e ciclico di questo campo gli dà una dimensione rituale che si inserisce naturalmente nella vita del militante della Tradizione. Si erge tale un miliario nella sua esistenza, gli permette di orientarsi, di ragionare riferendosi a questo punto fisso e immutabile. Non si esagera se si attribuisce a questo rituale una sacralità, nel senso che permette a chiunque ci partecipa di uscire per qualche giorno dal tempo ordinario e profano per entrare in una nuova logica temporale che ha la sua ragione in se stesso. Per un breve periodo di tempo, qualche decina di giovani (e meno giovani) si raduna in una vecchia casa, persa in mezzo ad un immane domania di campagna per lavorare insieme e condividere momenti di cameratismo in condizioni relativamente spartane. Qua non esiste nessuno obbiettivo nascosto di guadagno materiale o di sfruttamento, ci sono solo uomini che agiscano.

Durante questa settimana, tutti i partecipanti hanno l’obligazione di alzarsi alle cinque e mezzo e di cominciare la giornata con alcuni esercizi fisici che svegliano il corpo e la mente, dietro alla “preghiera” quotidiana del campo la cui significazione tratteremo subito dopo. Questa inflessibile resoluzione stupirebbe qualunque individuo cresciuto con la mentalità borghese e edonista delle nostre società liberali, che non capisce e non capirà mai il senso e la bellezza che si nasconde dietro una tale disciplina, o meglio una tale autodisciplina. Le ragioni che spingono quelle persone a sottoporcisi sono da individuare non nella cieca obedienza all’ordine di un superiore gerarchico, ma anzi nelle volontà di stare un membro attivo all’interno d’un gruppo organico che è perfetto solo se è completo. Per quanto riguarda la “preghiera”, ella costituisce la tappa fondamentale che rammenta ogni giorno la via da seguire e pone le basi per una giornata vissuta in modo tradizionale, istituendosi come rituale dentro il rituale. In un senso è la pietra angolare di questa settimana nel senso in cui i valori su cui ella ripone sono trasmessi e contenute da questa “preghiera”.

Compiute questa parte del programma, viene il momento della colazione. Tutti i pasti della settimana anche loro prendono una significazione diversa di un qualunque pasto. Si tratta di un pasto in comune, in una grande aula e con delle tavole disposte in modo che ognuno possa vedere ognuno. Questa disposizione stimula il sentimento di unità del gruppo e facilita il momento dei canti militanti che rallegrano spesso le fine di pranzo e di cena. Per di più, la scelta del contenuto dei piatti è anchè l’occasione di un’orientamento tradizionale. Certo nel mondo odierno è quasi impossibile adottare un comportamento al cento percento conforme ad una etica “no global”, soprattutto quando si tratta di un gruppo, però questa settimana è anche l’occasione di vivere secondo criteri più rigorosi che danno l’opportunità di consumare autentiche specialità siciliani eppure delle derrate prodotte sui terreni in cui si organizza il campo.

Tramonto etna 2

Poi dalle otto alle dodici cominciano le attività nel senso proprio del termine, cioè il lavoro al servizio degli ospiti del campo. Non deve essere considerato come un carico obbligatorio in cambio delle prestazioni che offrono i proprietari, ma piuttosto come una parte integrante del programma di questa settimana, che cerca di rovesciare tutti i valori mercantili e diremmo “borghesi”. Si tratta invece di una generosità reciproca senza considerazioni finanziarie, la cui esemplarità durante questo breve periodo deve servire di modello per una vita condotta in modo giusto durante le altre quarantasette settimane che costituiscono un’anno nella vita del militante della Tradizione. E’ l’occasione per il partecipante di sforzarsi di adottare un comportamento appropriato e conseguentemente bello. Deve riuscire ad essere molto rigoroso, preciso e concentrato nel compimento della tasca che gli viene attribuita, ma allo stesso tempo staccato eppure gioioso, questo lavoro essendo forse la migliore opportunità della giornata per cementare un sentimento di cameratismo vero ed autentico che contrasta con la falsità e la superficialità dei legami sociali dell’epoca odierna. Solo per dare un’esempio, quest’anno i principali lavori compiuti erano in quattro: liberare spazio in un frutteto disboscando le zone invase da piante selvaggie e da alberi non desiderati; togliere a mano le pietre che ostacolavano il passagio del trattore in una certa zona del terrreno; effettuare varie azioni di rinnovazione dei batimenti e in particolare riparare certi muri e tetti; scavare una longa fossa creando un dislivello per un sistema di evacuazione dell’acqua.

Ovviamente è anche l’occasione per i militanti che non conoscono che la bruttezza e il carattere artificiale delle grandi città moderne di ricreare in sé stesso una certa armonia con la natura. E’ l’occasione di riavvicinarsi ad un tipo di lavoro che era quello della stragrande maggioranza degli uomini una centinaia di anni fa. Un lavoro vero, creatore, utile nel senso profondo del termine è forse la cosa più propizia al ritorno di un modo di esistenza autentico. Sporcarsi le mani, sudare, affannarsi a trasportare degli obietti pesanti sono altrettanti vie per riscoprire cos’è veramente la vita. Ella è sforzo, sacrificio, non una mera e infinita ricerca di piacere. Certo i godimenti e le distrazioni hanno anche il loro posto nella vita del militante della Tradizione, però devono sempre rimanere moderati. Cosi il pranzo successivo a queste attività puo legittimamente essere considerato un momento di piacere e di gioia, in quanto ricompensa meritata del lavoro compiuto la mattina.

L’inizio del pomeriggio è generalmente consacrato al riposo favorito dalla fatica e dalla digestione, benchè niente impedi ad alcuni di isolarsi per apprezzare un buon libro sotto l’ombra d’un olivo. La fine del pomeriggio e l’inizio della serata invece sono dedicati a discussioni di gruppo sul tema della Tradizione, nonchè alla visione di film in proiezioni di gruppo. I dialoghi permettono ai partecipanti di riflettere collettivamente sul senso delle loro azioni e l’ultima seduta ha dato l’opportunità ad ognuno di esprimersi sulla sua esperianza. Infine, la giornata si conclude con la cena, la cui fine lascia in generale un puo di tempo per canti camerati e momenti di gioia condivisi.

E’ cosi che si svolge una settimana tipica come quella che abbiamo vissuta durante il mese d’agosto 2015. A questo si deve inoltre aggiungere due eventi centrali ed eccezionali che si ergono ogni anno come momenti indimenticabili del campo, cioè l’escursione sull’Etna ed i giochi sportivi in cui si scontrano le diverse squadre stabilite all’inizio della settimana.

La prima costituisce una esperienza intensissima che mette a prova anche i più resistenti dei militanti. Quest’anno abbiamo lasciato il nostro campo mercoledi alle cinque per raggiungere un rifugio di montagna dopo le otto e stabilircici per la notte. Le condizioni erano questa volta relativemente comode perchè il rischio di pioggia ci ha spinto a dormire all’interno del rifugio, però in altre circostanzi e sotto altitudini più elevate, cioè subendo il vento e il freddo ghiacciato, la notte puo facilmente diventare un’incubo. Poi quelli che lo desideravano hanno accettato di svegliarsi alle due della mattina per accingersi a salire l’ultima parte del vulcano. Questo cammino è quasi indescrivibile, soprattutto durante l’ultimo pezzo, quando lo sfinimento, il freddo ed i dolori moscolari spingono a fermarsi, ma che si continua malgrado tutto perchè si pensa ad un’unica cosa, raggiungere la vetta. Il senso profondo di questa sperianza puo solo essere capito da quelli che l’hanno vissuta. Ma sicuramente la metafora dell’alpinismo come percorso spirituale resa famosa dal libro di Julius Evola Meditazioni delle Vette assume tutto il suo significato qui.

La gara sportiva che segna la fine del campo costituisce anche essa una tappa fondamentale. Ha un carattere molto più tranquillo dell’escursione ma come ogni attività svolta durante questa settimana, prende un senso particolare. Durante un’intero pomeriggio, le quattro squadre si affrontano in antologiche scene di sport e di virilità esarcebata attraverso prove diverse come il gioco della corda, la lotta oppure un percorso cronometrato.

Ecco una presentazione sommaria di questo evento eccezionale nell’ambito della militanza tradizionale in Italia che permette ogni anno di far rivivere la fiamma attraverso il cuore puro ed integro di una giovinezza che non accetta la decadenza e la mediocrità dell’epoca odierna.

Il Francese