Adozioni gay? Sarà legge, é solo questione di tempo. Vi diciamo perché.

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(a cura della Redazione di AT)
  
Alla storia, la legge che consentirà le cosiddette “unioni civili” passerà col nome di legge Cirinnà”. Ma, sarebbe stata più giusto chiamarla “legge Denis Verdini, visto che solo grazie al voto suo e dei suoi uomini, questa legge è diventata realtà. Ebbene sì, di fronte all‘impellente e irrimandabile necessità di dotare l’Italia di una legge per gli omosessuali, l’integerrimo Matteo Renzi si è alleato con Verdini che per la Sinistra è stato fino a ieri l’uomo delle consorterie, della P3, intrallazzone come pochi. Di fronte ai diritti dei gay, però, non ci si fa caso, tutto diventa improvvisamente lecito, ed anche i diavoli diventano angeli.
 
Questa legge, tuttavia, è potuta diventare tale (o lo sarà comunque a brevissimo, mentre scriviamo questo articolo…) per un secondo motivo: la fine dell’ostruzionismo di Angelino Alfano e dell’Ncd. Il partito neo-destro di Alfano, infatti, aveva inizialmente opposto un secco “no” alla legge. Il motivo? Non perché si rischiasse un’assurda equiparazione fra unioni gay e famiglia naturale ma, perché conteneva la cosiddetta “Step child adoption, cioè la possibilità di addottare il figlio del partner omosessuale, con ovvie implicazioni in termini di rischio circa utero in affitto e altre amenità. Meglio questa tenue opposizione che niente, si potrebbe obiettare. Forse si, ma non appena è stata rimossa la step child adoption è venuta meno l’opposizione alfaniana e, senza essa, la legge è passata, anche grazie al provvidenziale aiuto verdiniano. 
 
Fin qui il riepilogo delle puntate precedenti, per chi si fosse perso qualcosa. Adesso, viene la storia presente e del futuro prossimo che ci riguarda. Perché chi pensava che mediante il riconoscimento delle unioni civili le tappe dell’anti-tradizione in salsa renziana si sarebbero arrestate per un po’, dovrà presto ricredersi. Matteo Renzi – o sarebbe meglio parlare dei “pupari” che lo manovrano alle sue spalle, se si degnassero di metterci la faccia… – ha solo fatto un cambio di tattica (cioè di breve periodo) e non di strategia (lungo periodo). Vuol dire che ha diluito l’impatto che una simile novità legislativa avrebbe prodotto in Italia, in due diversi momenti, per meglio gestire la situazione nel suo complesso. E ciò è stato dovuto alla considerazione che il ddl Cirinnà nella sua stesura originaria, aveva innescato una reazione a tratti inaspettata, tanto di piazza quanto politica, che rischiava di farlo naufragare completamente.
 
Unioni civili: sì testo base Cirinnà, asse Pd-M5s
La sovversione – di cui Renzi è solo un servo di medio-piccola importanza – ha operato, al solito, in maniera intelligente. Innanzitutto, ha alzato il tiro al livello massimo (ergo, ha presentato il ddl Cirinnà nella stesura originaria) per misurare le reazioni dell’avversario, valutarne i contorni e iniziare così l’opera di attacco e di logoramento del fronte avverso. In questa fase, ha misurato le forze dell’avversario e poi ha subito dopo cominciato un lavoro di voluto logoramento, agendo tanto con la piazza (es. presidi gay i cui numeri reali venivano centuplicati e a cui dare ampia rilevanza in funzione anti-Family Day), che nel palazzo (es. tentativo di alleanza coi 5stelle, disinnesco della possibilità-rischio del voto segreto, alleanza con Verdini, etc.).
 
Presa, quindi, la misura dell’avversario, questo è stato circondato e sconfitto, anzitutto obbligandolo a una battaglia di lungo periodo in cui la sua resistenza è stata minata spostando via via l’accento della discussione dalle unioni civili all’adozione per i gay. Il che ha consentito a quella che potremmo definire come resistenza di palazzo, che sapeva sin dall’inizio che avrebbe ceduto perché non ha mai realmente avuto volontà di combattere, di sganciarsi dalla “resistenza della piazza” a cui, pure, all’inizio, aveva cercato di accostarsi (es. politici al Family Day che si sperticavano in elogi alla famiglia). In questo modo, la pseudo-resistenza di palazzo ha potuto iniziare la sua pantomima, già organizzata a tavolino con Pd e alleati, per simulare che questa ha combattuto, resistito ed ha impedito le adozioni gay… Ma tutti avevano nel frattempo perso di vista che nel dibattito politico e mediatico la parte relativa le unioni civili aveva smesso di essere in discussione, ed erano accettate senza eccezione da tutti: compresa la (pesudo) “resistenza di palazzo” !
 
Alfano, esultando di aver impedito una cosa “contro natura” , ne è uscito relativamente vittorioso, ma solo perché Renzi gli ha concesso di ergersi a colui il quale ha impedito la “step child adoption”: è stata questa la contropartita temporanea di Renzi al servo sciocco Alfano. Peccato, caro Alfano, che la “step child adoption” è già consentita in Italia, previa autorizzazione del Tribunale dei Minori, come una recente sentenza della Corte Costituzionale ha confermato. Quindi, anche qualora la stepchild adoption non dovesse mai divenire legge, pure, l’aver rafforzato e riconosciuto il vincolo giuridico fra persone dello stesso sesso aiuterà tali Tribunali nell’emanazione di sentenze che – di fatto – renderanno operativa la step child adoption, pur non essendo questa espressamente prevista da una legge. 
 
Ma, non ci si limiterà a questo diritto da far valere in tribunale mediante sentenze. Renzi e il PD vogliono, fortemente, la step child adoption e per questo si farà. E non lo diciamo in ragione di un qualche pessimismo cosmico ma, perché a neanche una settimana di distanza dalla conclusione di quel dibattito parlamentare che sembrava aver messo la parola ‘fine’ sulla questione,il PD ha rivelato che questa è già in cantiere: punto e basta. Maria Elena Boschi poche ore fa ha dichiarato, e Renzi ha sottoscritto, che è già allo studio una nuova proposta di legge dedicata
 

la-guerra-occulta (1)In parole povere, vuol dire che tempo qualche settimana o qualche mese al massimo – magari in corrispondenza di qualche tornata elettorale dove la sensibilità dei politici, desiderosi di farsi rieleggere, è più spiccata – il PD tornerà a imporre la step child adoption nell’agenda politica. Ma, questa volta, non ci sarà spazio per un compromesso, perché tutto quello che si poteva fare per prendere tempo, è già stato concesso. E, nel frattempo, a livello sociale e di massa, la resistenza (anche di piazza) sarà attenuata: sia perché logorata dal precedente fallimento e sia, perché tutto sommato il costume si sarà nel frattempo abituato al nuovo regime delle coppie gay equiparate a quelle etero. I media e i vari guru della televisione faranno il resto.

 
Cos’è successo? Abbiamo visto all’opera una delle armi della guerra occulta, ben descritta da E. Malinksy e da Evola, nel suo sempre valido “Gli Uomini e le rovine”. Di fatto è stata impiegata la “tattica delle diluizioni”, dove la Sovversione prima schiera in campo un suo agente/causa che, suscitando un impatto molto forte ed una reazione, viene presto soppiantata da una versione edulcorata e moderata rispetto a quella iniziale. Tale tecnica dei “due passi avanti ed uno indietro”, porta ad una sorta di mancanza di prospettiva da parte di chi reagisce, perché viene disorientato dall’arretramento dell’avversario che, però, anziché tornare nella sua posizione originaria, retrocede solo di un passo. Così, dopo averne fatti due in origine, si trova alla fine ad avere comunque avanzato, mentre chi resiste si sente quasi rassicurato e vittorioso, anche grazie alla cortina fumogena messa nel frattempo in campo dalla Sovversione.
 
Statene certi, è questione di tempo. Matteo Renzi ha già in tasca le adozioni gay. Bisogna già pensare al prossimo colpo della Sovversione ai danni di tutto ciò che è normale, vero e giusto.