Un’altra lunga trasferta per la Comunità Militante Raido. Questa volta la destinazione è la lontana e bellissima Trieste, che si presenta non priva di una certa “carica” per il fatto che ha attraversato, nel corso della sua storia di Città di confine, molti momenti controversi e dolorosi nonché giornate di lotta e vittoria. L’ospitalità e l’organizzazione è garantita dai camerati di Identità e Tradizione che è da tempo uno dei punti di riferimento della Trieste militante.
La due giorni si è suddivisa dunque in tre momenti distinti ma assolutamente complementari.
Il primo e fondamentale momento è stato la presentazione del 3° Quaderno di Formazione del Militante della Tradizione – “Stile e Ascesi”. Moltissimi gli spunti emersi in quella che non è stata assolutamente una lezioncina accademica bensì un dibattito aperto durante il quale il pubblico ha interagito ponendo molte domande. E’ stato ribadito che non esiste più oggi una “via di mezzo” tra chi combatte e chi è contro. Se si sceglie di intraprendere una lotta e lanciare una sfida al mondo moderno bisogna farlo nel giusto modo, altrimenti non si fa altro che alimentare la sovversione. Va tenuto ben presente dunque che il primo nemico da vincere è quello che alberga in ognuno di noi. Per il giovane d’oggi, che si trova completamente solo in un mondo di rovine, questo Quaderno rappresenta un vero e proprio manuale del militante, che fornisce le coordinate per poter agire nel giusto modo nelle varie situazioni che ci troviamo ad affrontare nella vita quotidiana. Si toccano tutti i punti (il rapporto con la famiglia e con l’altro sesso, il lavoro, la militanza) nessuno escluso, perché chi mira a essere uomo della Tradizione sa che deve tenere sempre e comunque alta la tensione, con l’arco teso e pronto a scoccare.
La rivoluzione dunque non arriverà rimanendo seduti ad invocarla, ma attuandola prima di tutto in noi stessi. Ciò significa che l’azione politica viene interpretata come un mezzo e non come un fine, ciò che Raido ha sempre fatto sin dagli albori della sua nascita come Comunità Militante.
Conclusa la parte più formativa, la serata è proseguita in una diversa location, con il concerto. Si sono succeduti sul palco la sempreverde La Vecchia Sezione, che ha aperto con grande entusiasmo ed ha sfoggiato i brani più classici misti a qualche chicca molto ben gradita, gli RDD, un energico gruppo emergente di Verona, e gli Hobbit, in forma e trascinanti come sempre. C’è stato tempo dunque per chiacchierare e brindare cantando le canzoni più rappresentative della musica alternativa fino ad ora tarda.
L’indomani ci si è ritrovati tutti per la colazione e per concludere la due giorni con la visita alle Foibe. E’ stato doveroso ricordare e fare atto di presenza e testimonianza del tremendo eccidio e onorare la memoria di coloro che vennero barbaramente gettati nelle terribili cavità carsiche durante l’occupazione slava. Le terribili esecuzioni notturne, dove le vittime venivano legate le une con le altre e spinte vive nei profondi inghiottitoi, potevano risultare addirittura una tortura per chi aveva la sfortuna di non morire sul colpo. Questi ultimi infatti, con le ossa rotte per la tremenda caduta, o morivano schiacciati da chi cadeva in seguito sopra di loro oppure ancor peggio, di fame. Si contano sulle dita coloro che sono riusciti a risalire e sopravvivere, e per decenni non hanno osato dire nulla. Anni di vergognoso silenzio hanno nascosto l’eccidio, in un’ignobile indifferenza da parte delle autorità e dell’opinione pubblica, e la paura di “esporsi” da parte di coloro i quali vissero in prima persona quei tragici giorni ci fa capire come purtroppo, c’è chi decide al nostro posto che alcune stragi sono peggio di altre, alcuni morti valgono di più di altri.
Dopo la visita al sacrario di Basovizza, dove ogni anno si svolgono le commemorazioni, il gruppo si è recato alla meno nota foiba Abisso Plutone ancora scoperta, dove è stato ripercorso, in silenzio, lo stesso sentiero che di notte percorrevano, sapendo che era un viaggio di sola andata, le vittime dei rastrellamenti dei comunisti titini… fino all’impressionante bocca della profonda cavità carsica.
Alla fine della due giorni, ci si saluta infine con l’augurio di rivedersi presto, portando con sé nel proprio bagaglio di esperienze, una due giorni che ci ricorda come, nonostante i chilometri di distanza e le differenze, ognuno porta avanti la stessa lotta, onorando per quanto possibile la memoria di chi per l’Italia ha dato il bene più prezioso, la vita, donandosi con cuore puro e impersonalità attiva.
In alto i cuori!