Il militante deve educarsi alla riflessione, alla concentrazione ed all’attenzione su di sé, che nasce dall’approfondimento dottrinario, il cui scopo è rafforzare la preparazione e consolidare le verità verso le quali indirizzare la propria azione, e dalla capacità di riscoperta della solitudine e del colloquio con se stessi, allontanandosi, quando necessario, dai luoghi affollati e chiassosi.
Questo atteggiamento, ascetico e virile allo stesso tempo, chiarisce il compito che spetta al militante della Tradizione: la vita è un campo di battaglia, una lotta per riappropriarsi del proprio essere realizzando, dentro di sé e attorno a sé, un ordine armonico.
Una lotta di tipo spirituale, diretta a formare un Ordine, prima di tutto interiore, poi comunitario (insieme di uomini che conducono la medesima battaglia sullo stesso fronte) e dopo, infine, capace di affermarsi, grazie all’esempio, nel campo politico, culturale, sociale ed economico.
(tratto da La Formazione del militante della Tradizione. 3. L’Uomo della Tradizione: Stile e Ascesi)