Saviano non si tocca. Dio sì!

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Un politicante qualsiasi attacca Saviano. E finisce sul patibolo politico… Già perché dire che la condotta di Saviano è poco chiara (prima fa il paladino dell’antimafia, poi co-autore della serie tv Gomorra che esalta la Camorra) non è tollerabile. Non si può. Ricapitolando: si possono mettere in discussione Dio, la natura, i sessi, il concetto di genitorialità, pure il cielo azzurro e gli alberi verdi. Ma Saviano non si tocca.
Attenzione: ecco i nuovi idoli, ecco le pseudo-divinità, le false ‘verità’. Ne vedremo sempre di più

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L’ira dell’autore di Gomorra dopo l’attacco del senatore verdinano D’Anna che lo ha definito “icona farlocca, inutile che abbia la scorta”. Zanda: “Parole inaccettabili e ingiustificabili, Verdini si è scusato”. Ma la minoranza dem torna in trincea: “Con certa gente il nostro partito non deve avere nulla a che fare”. 

“Il Pd si vergogni”. Roberto Saviano risponde senza mezzi termini all’attacco del senatore verdiniano Vincenzo D’Anna, che oggi l’autore di Gomorra definisce “dannoso scherano di Verdini, renziano e cosentiniano insieme”. E aggiunge, lo scrittore: “Impone a me di rinunciare alla scorta. A me che non vedo l’ora di tornare libero. Cosa debbo pensare: ha forse progetti per il mio futuro? Un “grazie” va anche a Radio Rai e al servizio pubblico che hanno consentito la diffusione delle solite porcherie” scrive su Facebook l’autore di ‘Gomorra’. Che aggiunge: “E poi, sarebbe questa la comunicazione del Pd? Sono questi gli alleati di Renzi a Roma e di Valeria Valente a Napoli? Sono queste le nuove risorse campane? Buona fortuna. E Vergogna”.

D’Anna, senatore di Ala, casertano, una reazione così se la doveva aspettare. Ieri era stato ospite di “Un giorno da pecora” su Radio2 Rai, e si era scagliato violentemente contro Saviano. “E’ un’icona farlocca che non ha mai detto nulla che possa infastidire la camorra. Se fosse per me, toglierei la scorta”, aveva, tra l’altro, sostenuto il verdiniano. E altre considerazioni su questo stile.   

Dopo aver riascoltato le sue parole, rimbalzate su tutti gli organi di stampa, il senatore ha poi provato a sfilarsi, parlando di “frasi estrapolate dal contesto, nel corso di una trasmissione votata al paradosso” ma sul via alla scorta a Saviano è rimasto sulle sue posizioni, basate, a suo dire, “su precisi riferimenti di sentenze emesse dalla magistratura allorquando si è interessata delle minacce a carico della senatrice Capacchione e dell’opera dello scrittore Saviano”.

Gelo e imbarazzo in casa Pd, con la minoranza dem tornata subito all’attacco contro l’alleanza con Verdini e i suoi amici, “dopo aver ascoltato con rabbia e disgusto” le parole di D’Anna. Per Roberto Speranza, ad esempio, “il Pd con questa gente non deve più avere nulla a che fare”

roberto-saviano-gomorra-scortaFase delicata, con Luigi Zanda, presidente dei senatori Pd che prende la parola a nome del partito nell’Aula di Palazzo Madama: “Le parole di Vincenzo D’Anna sono inaccettabili sotto qualsiasi profilo e sono ingiustificabili per qualsiasi ragione politica, elettorale, di ‘concorrenza’ sul territorio”, afferma con nettezza e aggiunge: “Parole rese molto più gravi perché riferite a Saviano e a Capacchione, due persone cui le autorità di sicurezza dello Stato hanno ritenuto, per ragioni serie e confermate da indagini svolte, di dover assegnare la scorta per essere difese in un territorio che pone in pericolo di vita le persone perbene che si oppongono e ribellano a un equivoco, difficilissimo e pericolosissimo ambiente”. E, sempre Zanda, fa sapere in Aula che Verdini si è scusato, ha telefonato alla senatrice Rosaria Capacchione, “porgendo le sue scuse e quelle di D’Anna”.

Da Napoli il pieno sostegno del Pd a Saviano contro le parole del casertano D’Anna: dalla candidata sindaca Valente al segretario regionale Tartaglione, tutti chiedono “scuse subito da D’Anna” e “più impegno reale da parte di tutti alla lotta ai clan”