Pertanto, libero è il militante che impara a conoscere e controllare se stesso, dopo un serio e duro lavoro di ascesi in cui i Valori sono vissuti e non predicati. Il mondo classico, a tale proposito, seppe distinguere la libertà di farequalcosa, che può arrivare fino all’arbitrio, dalla libertà per fare qualcosa, che è il potere di attuare la propria qualificazione, attraverso l’osservanza di una legge e di una disciplina. Il secondo tipo di libertà è la vera libertà, che differenzia gli uomini secondo giustizia. Colui che ottenebra la propria coscienza, invece, abbandonandosi passivamente agli istinti, non può dirsi libero.
(tratto da La Formazione del militante della Tradizione. 3. L’Uomo della Tradizione: Stile e Ascesi)