Cuib Femminile | Confusione alimentare

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bambini-genitori-vegani(commento a cura del Cuib Femminile)

In una società in cui nulla è più certo né naturale cresce il numero di genitori allo sbaraglio quando si tratta di decidere come e soprattutto di cosa nutrire i propri figli. Il risultato è che, perfino in Italia, paese dalla storica cultura enogastronomica e patria della dieta mediterranea, imitata in tutto il mondo, ci sono bambini che vengono ricoverati d’urgenza per malnutrizione. Sono davvero tanti ultimamente i minori cui viene fatta seguire, spesso per motivi ideologici, una dieta del tutto inappropriata in considerazione dell’età nonché dell’apporto calorico, proteico e vitaminico funzionale al loro sviluppo.
Genitori vegani crescono figli vegani, come se l’essere vegani o vegetariani o peggio fruttariani fosse parte del corredo genetico anziché una scelta dell’adulto in questione, che diventa totalmente sconsiderata quando viene fatta seguire anche ai propri figli, in pieno sviluppo. Eppure a Milano lo scorso aprile è stato aperto un ASILO NIDO INTERAMENTE VEGANO, in barba al rispetto della più basilare certezza ancestrale, ovvero che l’uomo è mammifero e si nutre di latte (ove possibile) materno per tutto il periodo necessario allo svezzamento e alla crescita.
Viene da pensare che se è vero, e certamente lo è, che siamo ciò che mangiamo, ecco spiegato il perché di tanta confusione alimentare.  

(www.lastempa.it) – A 13 mesi pesa 5 chili e 240 grammi, è lungo appena 67 centimetri e mezzo e ha un quadro clinico che ha fatto temere il peggio. Andrew, papà indiano e madre milanese, è stato sottratto ai genitori dal Tribunale dei minori e affidato al Policlinico San Donato Milanese dove è stato sottoposto ad intervento cardiaco d’urgenza. Secondo il giudice dei minori Ciro Cascone il grave quadro clinico è stato provocato dalla ferrea dieta vegana senza alcuna integrazione alla quale Andrew era stato sottoposto dai suoi genitori. La cartella clinica datata 1° luglio è da brivido: «La crescita ponderale del bambino è inferiore al terzo percentile, soffre di grave ipotonia, ipotrofia generalizzata, ritardo psicomotorio e calcemia ai limiti della sopravvivenza». In più Andrew, che ha lo stesso sviluppo di un bambino di 3 mesi, soffriva di una grave patologia cardiaca mai curata per cui è stato sottoposto ad intervento chirurgico d’urgenza. 

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«Il bambino soffriva di un difetto interventricolare. L’intervento è andato bene. Il piccolo è già uscito da Terapia intensiva ed è stato trasferito in reparto dove resterà alcuni giorni», tirano un sospiro di sollievo al Policlinico alle porte di Milano. Ma arrivare a questo intervento non è stato facile. I genitori si erano opposti. Il nosocomio ha dovuto far partire una segnalazione alla procura dei minorenni. La vicenda – analoga a tante altre delle ultime settimane in mezza Italia – era emersa già a maggio. I nonni di Andrew, non si sa se all’oscuro dei genitori del piccolo, avevano portato il bambino per una visita di controllo al policlinico San Donato, dove da pochi mesi è attivo un ambulatorio per famiglie vegane. 

Il quadro clinico era parso subito molto preoccupante. Il Tribunale dei minori sintetizza quella prima visita: «I genitori si opponevano alle cure, minimizzando il disagio del figlio affetto di cardiopatia grave non corretta chirurgicamente e sottoposto ad un regime alimentare vegano, molto rigido e senza integrazioni di alcun tipo, presumibilmente incompatibile con l’infanzia». L’ospedale comunica allora ai genitori la gravità della situazione di malnutrizione arrivata a «livelli di calcio quasi incompatibili con la vita». I genitori si raccomandano solo di non somministrare in alcun modo latticini o altre proteine animali al piccolo. Negano pure l’autorizzazione all’intervento al cuor e riportano il piccolo a casa. 

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Da qui la segnalazione dell’ospedale alla procura dei minori di Milano. Dopo il rifiuto dei genitori di sottoporre il bambino ad altri controlli medici la polizia preleva il piccolo Andrew da casa in zona Baggio. Nell’appartamento vengono trovate scatole di prodotti omeopatici e alcune siringhe etichettate con nomi di alimenti. I genitori che non hanno potuto opporsi all’intervento dell’autorità hanno spiegato di attenersi a una dieta rigorosamente vegana che veniva adottata anche nei confronti del figlio. 

Adesso Andrew è in affido temporaneo all’ospedale. In attesa che il giudice lo affidi ai nonni o a una comunità che assiste le madri coi loro bambini.