Alfano come Ataturk: prediche in italiano e Imam autorizzati dallo Stato. Ma è vero Islam?

721
ataturk-alfano
Alfano come Ataturk. Sembra proprio che Angelino da Agrigento voglia seguire le orme del fondatore della moderna Repubblica Turca, che, deposto il sultano, laicizzò lo stato e la legge, mise il clero musulmano sotto un asfissiante controllo politico e proibì l’uso del del fez e del velo nei locali pubblici (oltre a depenalizzare l’omosessualità). Il Ministro degli Interni intende infatti laicizzare l’Islam, sottoponendo gli Imam al controllo dello Stato e obbligandoli a predicare in italiano. Come al solito, il pericolo del terrorismo funge da valida scusa per “normalizzare” qualcosa che con l’Occidente laico e materialista non avrà mai a che fare: l’Islam.

(www.repubblica.it) – Islam, Alfano: “Basta con gli imam fai da te”. E lancia regole per l’integrazione: statuto e prediche in italiano. Il Consiglio per le relazioni con l’Islam riunito al Viminale ha proposto al ministro dell’Interno un documento per il riconoscimento dei ministri di culto musulmani.

Si tratta, ha spiegato lo stesso Alfano ieri nel corso di una conferenza stampa, di “uno statuto che non entra nelle questioni religiose ma chiede agli Imam un percorso civico di riconoscimento delle regole dell’ordinamento italiano”. Questo perchè in Italia “c’è sì piena libertà di culto ma le regole della preghiera non possono essere contro l’ordinamento”.

Gli imam dovranno avere una formazione civica e una conoscenza dell’ordinamento italiano, predicando, inoltre nella nostra lingua. Questo darà loro la possibilità di accedere anche in luoghi protetti come carceri e ospedali, in un’ottica d’integrazione nel rispetto delle norme stabilite dalla Costituzione. Dovrà essere valorizzato, poi, il ruolo delle donne nell’Islam italiano dove l’integrazione rappresenta la chiave per la pace del futuro. Sui territori, le prefetture ospiteranno tavoli interreligiosi per monitorare da vicino l’evolversi delle iniziative proposte nel documento.

Ieri al ministero dell’Interno, oltre al Consiglio per le relazioni con l’Islam italiano, che usufruisce dell’apporto anche di studiosi ed esperti, si è riunito il tavolo di confronto con i rappresentanti delle maggiori comunità e associazioni islamiche presenti in italia. Il documento presentato al ministro potrebbe essere recepito in un prossimo decreto ministeriale. 

Si tratta di un passo molto importante per garantire la pace e la sicurezza nel nostro Paese“, ha detto il responsabile del Viminale, in un momento in cui in Europa “spira un vento razzista e islamofobo che non ci piace. Tutti dobbiamo favorire il dialogo e riconoscerci sotto l’ombrello della Costituzione. In Italia ci sono un milione e seicento mila musulmani, è una risposta stupida considerarli fiancheggiatori dei terroristi”.

Alfano conclude ribadendo il suo no agli “Imam fai da te in favore di una figura responsabile del suo ruolo anche davanti alla Repubblica italiana. Vogliamo una netta separazione tra chi prega e chi spara”, ha concluso.