Fertility Day: indignati per cosa?

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(a cura della Redazione di AT)

Checche, femministe, carrieriste zitelle, Saviano. Dimmi se il #FertilityDay ti ha fatto incazzare, e ti dirò chi sei.

logo-fertility-day-2016-grandeLa pubblicità del Fertility Day è molto forte. Ed è normale sia così. Perché oramai l’uomo moderno è così anestetizzato a qualsiasi elemento esterno che capisce i messaggi solo se sono estremi nella loro forma di comunicazione: sensualità e il porno, foto di tracheotomie sui pacchetti di sigarette, i sedicenni morti in braccio alle mamme negli spot contro gli incidenti stradali. Il messaggio semplice non arriva al troglodita che popola le strade perché è distratto e rincoglionito dal mondo caotico che lo fagocita e lo riempie di spazzatura.

Quindi non vediamo nulla di male in un messaggio adeguato al tenore della comunicazione moderna.

Se il gay pride si pubblicizza con due uomini che si palpano a vicenda il culo si accetta e se uno spot ti dice che a una certa età non puoi più diventare madre è uno scandalo? Senza entrare nel merito dei messaggi, basti dire che è totalmente incoerente.

Si osservi inoltre che lo spot del Fertility Day, che in sé auspica maggiori nascite in un paese sempre più vecchio (ciò che di regola non dovrebbe turbare alcuno, se non chi odia i bambini), prescindendo dalle giuste considerazioni economiche, ha fatto incazzare proprio tutti quelli che invidiano o comunque ostacolano la famiglia tradizionale, l’unica naturale: omosessuali che non possono fare figli (fatevi le leggi che volete ma la Natura se ne fotte), femministe (non è una vergogna essere donne che hanno figli e amano uomini), carrieriste zitelle invidiose (realizzate nel lavoro ma sostanzialmente sole, sentono la paura dell’isolamento nel dubbio che la loro fulgida carriera non sia tutto), Saviano.

Non vi fa pensare?