La crisi dell’Europa e l’attacco all’Islam. Fine della civiltà?

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La società europea imbevuta di tutto ciò che è futile piacere e becero egoismo ha perso la usa identità storica. Oggi l’Europa non è assolutamente un modello di riferimento ma come ci ha abituato il pensiero modernista e benpensante la colpa è sempre negli altri e allora il terrorismo pseudo-islamico, presentato dai media come espressione dell’Islam, diventa un prodotto confezionato ad arte proprio per identificare il nuovo nemico ovvero la religione islamica stessa. L’Islam è una religione tutto sommato fedele al suo retaggio millenario, ancora non contaminata del tutto dai cancri ideologici della modernità occidentale e, soprattutto, che ancora presenta delle possibilità realizzative oltre il piano religioso. L’attacco all’Islam risulta allora un attacco alla Tradizione. Più che ad una “radicalizzazione”, infatti, siamo di fronte ad una “islamizzazione del radicalismo”. A pensarci bene i giovani immigrati di seconda e terza generazione sono i giovani europei: vanno in discoteca, si fottono il cervello con canne e alcool, si scattano i selfie, sono profondamente annoiati dal benessere e, soprattutto, se ne fregano della religione. Tutte cose tipicamente “occidentali”.

di Manlio Triggian

(tratto dalla rivista Il Borghese, Novembre 2016). La stampa riporta, quasi ogni settimana, casi di espulsioni di musulmani estremisti, la scoperta di luoghi di incontro («associazioni», «moschee» in scantinati, ecc.) e intercettazioni di personaggi la cui attività non è sempre chiara. Secondo fonti governative di vari Paesi europei i servizi segreti avrebbero sventato numerosi attentati in preparazione. Tutto questo, secondo la polizia dei Paesi europei e i centri di ricerca politica e sociale, sarebbe l’esito di un fenomeno ben chiaro: la radicalizzazione.

I giornali e i commentatori si domandano sempre come mai ragazzi immigrati di seconda o terza generazione, educati nelle scuole europee, che hanno vissuto nella società moderna e democratica, nel benessere, che hanno frequentato le scuole dei Paesi europei, a una certa età scoprono la religione dei propri genitori, l’islam, e nel corso di poco tempo si radicalizzano fino a simpatizzare con l’Isis, quando non ad aderirvi? Come mai, in parallelo, ci sono giovani europei che si convertono all’islam? In Italia sarebbero già ben 80mila… La risposta è proprio all’opposto di quello che il pensiero unico propone. Secondo gli osservatori ossequiosi del pensiero unico, si tratta soltanto di incapacità, da parte dell’Europa, di integrare gli immigrati, soprattutto i più giovani e questo fa crescere inquietudine, rabbia, insoddisfazione, sentimenti che poi sfociano nella ribellione, nelle rivolte dei ghetti, nel rifiuto della società occidentale perché non sarebbe inclusiva, farebbe aumentare le diseguaglianze, non creerebbe le condizioni per uno sviluppo organico. Chiacchiere.

Il vero motivo per il quale molti musulmani che vivono in Europa si avvicinano all’islam radicale dipende da un fatto evidente: mancano i valori. La società europea appare come una civiltà che respinge i propri valori, le proprie radici umane, religiose e spirituali per privilegiare soltanto gli aspetti materiali e sociali, una realtà che concepisce la vita come una vacanza e in primo piano c’è soltanto la ricerca del piacere, che ovviamente non include interesse verso la trascendenza, che esime dal cercare un senso alla vita e a quello che si intende insegnare ai figli, ammesso che si costruisca una famiglia.

Insomma, consumatori che consumano la vita senza capirne il valore e proprio per questa mancanza di coscienza promuovono l’aborto, che ampiamente praticano, apprezzano studi scientifici per introdurre sempre più l’eugenetica, ritenuta «democratica e progressista», proprio come l’eutanasia da qualche mese estesa anche ai minorenni, come avvenuto in Olanda. La società di oggi spinge, quindi, al peggiore individualismo, al consumismo, e questi «nuovi europei», come vengono definiti, non trovano alcun riferimento alla trascendenza, loro che non appartengono a questa società, sebbene vi siano nati, e hanno un’educazione religiosa differente. Vedono nell’Occidente il nemico, il pericolo della secolarizzazione e, vedono quotidianamente le assurdità di matrimoni fra omosessuali, leggi che disgregano la famiglia, donne che ospitano feti di altri nel proprio grembo, proposte per eliminare dai documenti delle scuole la dizione padre e madre in favore di genitore 1 e genitore 2, la richiesta ricorrente di liberalizzare l’uso della droga…

 Diciamolo: i peggiori esempi li mostra proprio questo Occidente progressista e radical chic. Tutti li hanno sotto gli occhi. Gli islamisti radicalizzano le proprie posizioni perché non vivono in un contesto normale e tentano di salvare se stessi, quanto meno di non farsi contagiare da questa mentalità che porta i germi della decadenza.

Ma c’è di peggio: secondo il pensiero unico chi non è progressista non è democratico e va messo all’indice. eurosovietInfatti, i guardiani del pensiero modernista non intendono minimamente mettere in discussione le proprie scelte, le proprie idee, non sono minimamente colti da dubbi. Si crea così il corto circuito.

Il bello, il senso dell’onore, dell’identità, della patria, il senso dell’appartenenza, i valori che derivano dagli avi, che devono essere preservati e trasmessi pena la fine di tutto ciò che è stato e ciò che è in termini di civiltà, tutto è bruciato nel nome di princìpi astratti che non hanno un senso compiuto, che genericamente vengono definiti progressisti.

Non esiste una visione sacra o spirituale, e se qualcuno parla di religione subito si pensa alla religione che afferisce alla Chiesa cattolica. Che è anche abbastanza in crisi, ma questo è un altro discorso.

Le coscienze sono cloroformizzate, la decadenza continua, si sviluppa. Come diceva Nietzsche, «il deserto cresce»… Accanto a questa situazione, aumentano i radicalismi musulmani. Vedono la fine dell’Europa proprio nella sua crisi, nella sua decadenza. Nell’opinione dei musulmani che sono nati e vivono in Europa, secondo alcune proiezioni effettuate e pubblicate sui giornali nelle settimane scorse, aumenta il consenso a favore degli attentati suicidi come anche l’adesione di musulmani «europei» all’Isis. Ma il rischio vero è proprio la cosiddetta «zona grigia», i musulmani che nelle città europee lavorano, mettono su famiglia, non si pronunciano mai su niente. I musulmani intervistati dai giornalisti tv all’indomani della strage di Charlie Hebdo e di Bruxelles, dicevano di non sapere nulla, altri davano mezze giustificazioni… Una zona grigia sul filo del rasoio, che di giorno in giorno potrebbe superare il confine.

Un’Europa in decadenza con nemici interni, che si rifanno al pensiero unico, e nemici esterni, che non sono i musulmani in quanto tali, ma che intendono colonizzare e islamizzare l’Europa: gli islamisti!