Mafia? ISIS? PKK? Servizi segreti stranieri? Sul tragico omicidio dell’ambasciatore russo in Turchia ancora non ci si vede molto chiaro.Come sempre, bisogna sempre diffidare da chi si allinea alla versione dei fatti propinata dai principali media.
(www.controinformazione.info) – 22.12.2016 – L’analista argentino Guadi Calvo, nell’analizzare l’assassinio dell’ambasciatore russo ad Ankara, Andrei Karlov, per mano del criminale, Mevlüt Mert Altıntas, un poliziotto turco di 22 anni, si è posto varie domande interessanti.
Era l’assassino un lupo solitario? Formava parte di qualcuno dei molteplici gruppi terroristici che operano in Turchia, incluso lo Stato Islamico? Si è trattato di un carico di “fattura” al presidente turco Recep Tayyip Erdogan, il quale da da vari mesi, nella sua corsa verso il “sultanato”, ha lasciato da parte centinaia di militari e uomini della sicurezza ?
L’analista argentino si chiede se questa sia stata una operazione di un qualche servizio segreto dell’Occidente per dinamitare la crescente alleanza tra Ankara e Mosca, di cui l’ambasciatore Andrei Kárlov, era uno dei più importanti artefici.
Questo è stato un modo per far ricordare dell’Emirato del Caucaso del Nord , che il presidente Vladimir Putin viene perseguendo duramente per arrivare al Mondiale di Futbol 2018, ripulito dal terrorismo locale? Si è trattato di una azione disperata della diplomazia saudita, del Qatar e di Israele nel suo peggiore momento di fronte a Washington?
Un atto con dedica del califfo Ibrahim, leader del Daesh, al Sultano Erdogan della Turquía, nel fargli sentire che gli hanno tolto l’appoggio? O l’aver messo in moto qualcuna delle mafie locali dei narcotrafficanti di di venditori di armi, petrolio o trafficanti di persone, che associati ad Erdogan hanno fatto grandi affari in questi ultimi anni e a quelli che il Sultano ha deciso di chiudere i mercati, in vista delle sue necessità della realpolitik?
Quello che è certo è che Altıntas ha avuto sufficiente tempo e sangue freddo, per tirare fuori la sua pistola, puntare alle spalle del diplomatico e sparare, convinto che si trovava a pochi secondi per partire verso lo Yanna, il tanto meritato paradiso dove viaggiano i martiri, coloro che muoiono per Allah.
Prima di essere eliminato, dagli stessi uomini che gli avevano permesso di entrare e piazzarsi dietro l’ambasciatore, e gli hanno permesso di sparare gli otto colpi di pistola contro Karlov, ed ha potuto tirare fuori i suoi slogan da terrorista, in cui rivendicava la sua azione come risposta ai colpi contro il fondamentalismo islamico, nella città siriana di Aleppo in questi ultimi giorni e che rappresenta la sconfitta più contundente dello Stato Islamico, dalla sua apparizione nel Luglio 2014.
Mevlüt mert Altıntas è stato eliminato appena conclusa la sua diatriba, forse per il fatto che i morti non parlano, e che con la sua morte noi rimaniamo senza conoscere i dettagli della sua azione. Da adesso in avanti tutte le ipotesi saranno speculazioni.
Secondo Calvo, oltre ai risultati delle indagini nessuno potrà convincere l’opinione pubblica mondiale del fatto che ,per qualche cosa di più, gli ha sparato Mevlüt mert Altıntas, quando ha attaccato l’ambasciatore Karlov.
Ha ricordato che, mentre gli otto proiettili contro l’ambasciatore russo erano in aria, a poco più dei duemila kilometri da lì, in pieno centro di Berlino, un camion, nel migliore stile dell’attacco di Nizza del Luglio scorso, ha investito e trascinato una moltitudine di persone che assistevano ai mercatini di Natale di de Breitscheidplatz, che fino ad oggi hanno prodotto 12 vittime e 48 feriti, alcuni gravi.
Si è indicato che, mentre ancora le autorità tedesche insistono a non arrivare a conclusioni affrettate, non c’è dubbio che il camion Scania, tra le dozzine di persone che ha spinto in avanti, ha anche trascinato quel poco consenso con cui contava la cancelliera Angela Merkel nelle sue politiche sui rifugiati.
Secondo gli investigatoiri, l’accidente porta indizi come per segnalare un presunto attacco terroristico.
La scorsa notte è stato arrestato un sospetto di essere l’autista del camion, con patente di Danzica, Polonia, che era riuscito a scappare dal posto mentre che il suo presunto accompagnatore o ostaggio, di nazionalità polacca, era rimasto morto in cabina.
Se si conferma l’attentato, questo sarebbe il primo con vittime in Germania, visto che l’anteriore accaduto un paio di mesi addietro in un treno della Baviera, soltanto aveva lasciato alcuni feriti.
Il partito di ultradestra, per adesso soltanto islamofobico ed antiimmigrazione, AfD, ha responsabilizzato la Merkel di quanto accaduto ed è uscito a conquistare più adesioni per la sua lotta dontro le politiche delle porte aperte, già richiuse d’altra parte, della cancelliera. (……)
Questi sono i molti dubbi e le domande che ci si pongono su questi avvenimenti ma, al di fuori di questi, un forte olezzo di “servizi di intelligence” si sprigiona da alcuni di questi avveninenti ed in particolare da quello dell’assassinio dell’ambasciatore russo.