La scuola media Guido Alessi di Roma in Via Flaminia (peraltro uno dei tanti gioielli dell’architettura fascista), uscendo coraggiosamente dallo squallido torpore del politicamente corretto e delle devianze moderne, anziché organizzare corsi sul gender, sul sesso libero, sull’inclusione e roba varia, aveva organizzato per il prossimo 1 aprile, nell’ambito del progetto “Ricostruire la Storia: l’epoca fascista nelle nostre scuole e nei nostri quartieri” – da essa presentato e comunque approvato dal Ministero – un “Gran Ballo in Epoca fascista”.
Sì, avete capito bene … un sabato sera alternativo, non a riempirsi di alcool e bombe e a smanettare sullo smartphone, ma con abbigliamento e musica d’epoca, stile, allestimenti, pannelli illustrativi, e quant’altro. Un sano e divertente tuffo in un passato diverso. Ovviamente, apriti cielo: i genitori degli studenti, poveretti, hanno ricoperto di decine di e-mail furibonde la scuola, che alla fine ha dovuto fare dietrofront e, per giunta, si è beccata la reprimenda dell’Ufficio scolastico regionale per il Lazio, che ha chiesto una relazione alla dirigente dell’istituto. Il ballo “in epoca fascista” diventa “ballo fascista”, nelle menti ottenebrate da decenni di una certa martellante propaganda. Magari, invece, se ci fosse stata una seratina in salsa gender, dove i maschi si travestono da femmine e viceversa, scommettiamo che quei bravi genitori e quei solerti, ridicoli burocrati non avrebbero avuto nulla da dire?
Permetteteci di gridarlo a gran voce: che schifo. In un mondo come quello odierno, con tutte le difficoltà esistenziali in cui è immersa la gioventù, chiamata a vivere nell’epoca apparentemente più “attraente”, ma proprio per questo più vuota e materializzata della storia umana, fra dipendenze, psicosi, assenza di riferimenti superiori, il problema è una serata in cui si rievocano atmosfere e abbigliamenti di un Gran Ballo degli anni Trenta? Vergognatevi. Vi meritate di vivere in quest’epoca, voi e i vostri figli, senza capirne niente, e quindi sprofondando negli abissi che si vi si nascondono. Onore invece al coraggio della preside di un istituto scolastico finalmente non allineato, e per questo, ovviamente, castigato. Preside, comunque, che non è riuscita a rimanere coerente fino in fondo, e che alla fine ha fatto marcia indietro, con una circolare in cui si adegua supinamente alla vulgata (“lo scopo dell’iniziativa ivi promossa non è quello di rivalutare un’epoca su cui la storia e il popolo italiano hanno già espresso chiaramente la loro indiscutibile condanna”…).
Leggete, tra i tanti, uno dei disgustosi commentini proposto da uno dei giornali di regime, “La Stampa”, cliccando qui. Anche ai mezzi d’informazione odierni, cartacei o digitali che siano, degno specchio di quest’epoca, gridiamo: questo è il vostro squallido mondo, tenetevelo stretto, vivetevelo tutto fino in fondo, descrivetelo sui vostri giornaletti e … spariteci dentro.