M5S: una banda di (giacobini) onesti allo sbaraglio…

865

Collage Grillo Robespierre m5s

 

 

 

 

 

 

 

 

(a cura della Redazione di Azione Tradizionale, 06/06/2017)

Introduzione

Sono ormai trascorsi più di quattro anni da quando il Movimento Cinque Stelle entrò di prepotenza nella scena politica nostrana, agguantando più di 8 milioni di voti alle elezioni politiche, strappando ai ‘vecchi partiti’ ben 163 seggi tra Camera e Senato.

Da quel febbraio 2013, di acqua sotto i ponti ne è passata. E quella strana creatura diventata improvvisamente la terza forza politica italiana, ritrovatasi addirittura, suo malgrado, a dover governare due delle città più importanti d’Italia (Roma e Torino), dimostrando incompetenza e approssimazione, è andata piano piano assumendo un’identità politica e socio-culturale, prima confusa, poi sempre più definita.

Le radici giacobine del M5S

Identità che, sia dal punto di vista gerarchico-organizzativo che da quello più strettamente politico-ideologico rimanda direttamente, a ben guardare, all’esperienza (giacobina e non) della rivoluzione francese. Molti sono, infatti, gli elementi comuni sia ai pentastellati che ai “rivoluzionari” dell’89:

le premesse rivoluzionarie e antisistema (disattese appena uno di loro si siede su una poltrona) portate avanti agitando i miti civili dell’onestà, della trasparenza e simili, della democrazia diretta (decide il popolo – ma non quello vero, quello del web!) e dello streaming (gli attivisti devono sapere, vedere e votare tutto, dal candidato sindaco di Genova alla legge elettorale, certo; ma alla fine chi comanda è il “Direttorio“…), i riferimenti culturali (Rousseau & simili), l’atteggiamento fanatico e intollerante (tipico di ogni “setta”), la presenza ai vertici di eminenze grigie in odore di NWO (come non citare i famosi video del guru Casaleggio sul futuro del pianeta, di cui qui abbiamo recentemente parlato?) e dai comportamenti massoneggianti, se non addirittura satanisti (come la pseudo-eucarestia del comico-capopopolo Beppe Grillo durante un suo show-comizio)[1].

Bonapartismo virtuale

rousseau-m5s-grilloQuello che emerge, infatti, da un’occhiata approfondita al MoVimento è che i Cinque Stelle sono davvero una riproduzione, farsesca, dei giacobini: una banda di onesti ‘attivisti’ infatuati dal mito del potere al popolo, della decisione in mano alle masse, della democrazia diretta, ma legati a doppio filo con cervelloni e società di consulenza sospette. Infatti – come illustra Evola in più parti de Gli Uomini e le Rovine – quando le folle hanno l’illusione di governare, il potere è in realtà in mano a pochi, che lo esercitano da dietro le quinte, avvalendosi di un ‘capo’ (in senso deteriore e ‘gerarchistico’, e non già ‘gerarchico’ – etimologicamente, “principio sacro”, “governo del Sacro”).

Si tratta della medesima dinamica operante nel c.d. bonapartismo[2]: una élite (la cupola grillina) governa tramite un leader che trae la sua legittimità dal basso, da una massa indistinta (e virtuale) che egli deve costantemente adulare[3], perché è del popolo che questi ha costantemente bisogno. E’ un “servire per farsi servire” opposto alla visione Tradizionale della politica, dove è l’inferiore ad avere bisogno del superiore – che svolge una funzione anagogica, di indirizzamento verso l’alto – e non il contrario.

In parte, questo l’abbiamo visto nell’esperienza della Raggi al governo della Capitale: 6 mesi per fare una giunta in cui, alla fine comandava solo il duo Romeo-Marra. Figure di secondo piano ma che di fatto esercitavano le funzioni degli assessori e capi di gabinetto, i cui stipendi venivano triplicati in cambio del silenzio, prima che la magistratura rompesse l’equilibrio arrestando proprio Marra. Manovre oscure e giochi di palazzo, non troppo diverse, in fondo, da quelle delle giunte precedenti, responsabili della tanto vituperata ‘Mafia Capitale’. È questa la “trasparenza” di “Virginia” e del MoVimento? A noi sembra la solita storia: ma non sarà forse la democrazia il problema (e l’origine di ogni corruzione)?

La storia si ripete (come farsa?)

grillo-folla-massa-piazza-m5sAppare chiaro, dunque, come il M5S non abbia niente di rivoluzionario e ben poco di valido e condivisibile: è una valvola di sfogo creata dal sistema per canalizzare il dissenso. La solita minestra riscaldata. E chissà che, con la nuova legge elettorale, nella prossima legislatura, il M5S non sia costretto a fare squadra con l’odiata “casta” per raggiungere la maggioranza in parlamento…

Sarebbe il degno epilogo della saga pentastellata: la creatura torna nella pancia della madre. E cosa avrà lasciato? Quel poco che ha fatto governando Roma e Torino: tappare le buche? Risanare il bilancio? No. Le Unioni Civili e le politiche gay-friendly.

Verrebbe da dire che è proprio vero quello che diceva qualcuno: la storia si ripete sempre, la prima volta come tragedia (il Terrore giacobino), la seconda come farsa (gli ‘onesti’ giacobini a cinque stelle)!

Note

[1] Cfr. R. Guénon, La crisi del mondo moderno, Mediterranee, Roma, 2010, pag.140, n.1: «Satan, nella lingua ebraica, vuol dire l’“avversario”, ossia colui che capovolge le cose e le assume in un certo qual modo all’inverso, è lo spirito di negazione e di sovvertimento, che si identifica alla tendenza discendente o “inferiorizzante”, “infernale”.»

[2] Cfr. Bonapartismo – Machiavellismo – Elitismo, ne Gli Uomini e le Rovine, pp. 103-121, Mediterranee, Roma, 2001.

[3] Cfr. Platone, Gorgia, BUR, 2010. Nel dialogo, Socrate contrappone la “Giustizia” alla sua contraffazione, la sofistica “retorica” (κολακεία, adulazione) che invece di perseguire il vero, solletica il gusto, il piacere e gli istinti dell’interlocutore per persuaderlo.