Due pesi e due misure. Da una parte, infatti, le Br e la loro strategia di rapire esponenti del mondo Dc per ricattare lo Stato; dall’altro, la “Balena bianca” che nel caso di Ciro Cirillo decise di scendere a patti coi terroristi (per il tramite della camorra) ma che nel caso Moro scelse la linea dura, evitando ogni trattativa. Ora perché sia avvenuto questo è un mistero e i diretti interessati, stampa compresa, hanno sempre scelto una linea molto bassa. Oggi è morto Ciro Cirillo e, con lui, fatta eccezione per qualche remota possibilità di scovare memoriali o simili, la possibilità di conoscere i dettagli di quella vicenda. Ma, oggi come ieri, resta una domanda: chi manovrava le Brigate Rosse?
(www.repubblica.it) -30.07.2017 – Se ne sono andati un uomo e un pezzo di storia che sconvolse l’Italia. È morto all’età di 96 anni l’ex presidente della Regione Campania Ciro Cirillo. L’esponente di punta della Dc fu sequestrato a Torre del Greco (Napoli) dalle Brigate Rosse il 21 aprile 1981 (quando era assessore ai lavori pubblici della Campania e presidente della commissione che doveva gestite tutti gli appalti del post terremoto del 1980) per poi essere rilasciato dopo diversi giorni di prigionia in circostanze ancora oggi avvolte da molti misteri. Un rapimento che ha segnato la memoria del nostro Paese con il primo serio sospetto di trattativa tra lo Stato, le Br e la camorra di Cutolo, a tre anni dal rapimento Moro. Durante il rapimento ci fu anche un conflitto a fuoco: furono uccisi l’agente di scorta Luigi Carbone e l’autista Mario Cancello, e venne gambizzato il segretario dell’ allora assessore campano all’Urbanistica, Ciro Fiorillo.
L’ultima uscita pubblica di Ciro Cirillo, l’ex presidente della Regione Campania è dell’anno scorso, quando decise di festeggiare insieme a figli, nipoti e gli altri parenti i suoi 95 anni.
Era il febbraio del 2016 quando convocò i suoi cari al Circolo Nautico di Torre del Greco per un pranzo al quale presero parte diversi amici politici della vecchia Democrazia Cristiana, in particolare della città vesuviana dove risiedeva. Per l’occasione fu presente anche il sindaco Ciro Borriello.
I funerali di Ciro Cirillo si svolgeranno domani, lunedì 31 luglio, a Torre del Greco, alle ore 16.30 nella chiesa dei Carmelitani Scalzi a corso Vittorio Emanuele.
Il rapimento Cirillo per anni è stato avvolto dal mistero. Una vicenda scomoda su cui i riflettori sono rimasti sempre bassi, fino al febbraio dell’anno scorso quando lo stesso Cirillo rilascia un’intervista alla tv svizzera italiana, per negare con decisione ogni trattativa finalizzata al suo rilascio da parte del boss (“Lo escludo, assolutamente”) e allo stesso tempo per rimestare antiche accuse: “Ci fu un’istruttoria, da parte del giudice Carlo Alemi, che aveva un solo obiettivo, incastrare Antonio Gava, allora ministro dell’Interno”. Accuse che il giudice ha prontamente ricusato, con un ‘intervista all’Espresso: “Mi sembra incredibile che il dottor Cirillo abbia oggi fatto quelle affermazioni, totalmente discordanti peraltro con quanto affermò, in mia presenza ed al mio indirizzo, il 19 maggio 2008, all’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, in occasione della presentazione del documentario “La trattativa” del programma Rai “La storia siamo noi”, allorché mi disse: “Anzi penso che mai come in questo momento avremmo tutti bisogno di magistrati coraggiosi e onesti come lei”.
Intrecci mai chiariti e che ora con la morte di Cirillo tornano a infittirsi. Infatti in un’intervista a Repubblica, a firma di Giuseppe D’Avanzo, nel 2001 Cirillo disse di aver affidato la verità sul suo rapimento a un memoriale di una quarantina di pagine consegnato a un notaio con l’impegno di renderlo pubblico solo dopo la sua morte. Ma in una successiva intervista al Mattino ritrattò: “Dissi anche che lo avevo dato ad un notaio, che lo conservava in cassaforte. Non era vero. Ma quell’invenzione ebbe effetto, per un po’ sono stato lasciato in pace dai giornalisti”.