La creazione del Kurdistan è una delle “leve” regionali di Isr/Paesi occidentali per la destabilizzazione dell’area fra Turchia, Siria e Irak, a danno di ognuno di questi tre Stati sovrani. Guardacaso, i curdi sono stati “benedetti” dai media occidentali a unici difensori contro l’Isis (ricordate la storia strappalacrime delle donne yazide-curde violentate in massa dall’isis che avevano innescato la grande reazione curda?) e si consente tranquillamente ai foreign fighters curdi (i curdi sono infatti un popolo perlopiù emigrato) di tornare in patria e combattere, per poi tornare nei loro paesi occidentali di nascita.
(www.lastampa.it) – 18/09/2017 – Referendum in Kurdistan, il sì vince con il 92,7 per cento
I curdi hanno vota in massa per l’indipendenza dall’Iraq. Il presidente Massoud Barzani ha annunciato i risultati ufficiali in un discorso alla televisione. I sì sono stati il 92,7 per cento, mentre l’affluenza fra i circa 5,3 milioni di elettori registrati è stata del 72,6 per cento.
Negoziato difficile
Il massiccio successo è ora una carta nelle mani di Barzani, che deve intavolare difficili con il governo di Baghdad. Il leader curdo ha ribadito che dopo il voto, che non ha valore legale per il diritto internazionale, non seguirà subito una dichiarazione di indipendenza. Erbil vuole arrivare a una separazione consensuale ed è pronta a mesi, “forse anni”, di negoziati.
Cieli bloccati
Al momento però il primo ministro iracheno Haider al-Abadi ha chiuso tutte le porte e ha replicato che non intende trattare: “Nessuno è unico all’interno dell’Iraq”, ha ribattuto e ha confermato che a partire dalla 15 di venerdì Baghdad proibirà tutti i voli internazionali da e per il Kurdistan.