“Lo spirito del Fascismo“, un evento targato Coordinamento militante “Il Cerchio”, non è stato solo una conferenza con cena e concerto comunitario a seguire, ma la volontà manifesta di ricordare la data del 28 Ottobre senza sindrome da torcicollo o nostalgismi. Andare allo Spirito, all’essenziale, perché solo ciò che è eterno sopravvive ai decenni che passano.
Ad aprire la conferenza, in una sala gremita, è la Comunità Militante di Raido con un’introduzione mirata soprattutto a sottolineare il motivo per il quale a distanza di 95 anni dalla marcia su Roma ci si ritrovi oggi qui in questa data e rispondere alla domanda: cos’è per noi questa data?
Non si tratta certo di gagliardetti, di fez o “predappiate” varie… si parla infatti di Spirito del Fascismo. Non configurabile come semplice ideologia, il Fascismo è universalità, tale in quanto possiede uno spirito che da sempre parla nei secoli, al di là di ogni sua forma o espressione. Si ricorda inoltre, come questo fenomeno tutt’oggi incompiuto, storicamente e metapoliticamente, risulta esser tale, proprio perché probabilmente il Fascismo in quanto espressione di una visione del mondo esisteva ancor prima del Fascismo (rivoluzione e regime) stesso.
Sacrificio, abnegazione, ordine, visione spirituale, senso della trascendenza e coscienza di una missione storica. Il sacrificio dunque, in nome del rendere di nuovo l’uomo un artefice del proprio destino: signore sui vizi, padrone dei suoi strumenti e dei suoi sentimenti, servo del Principio che lo trascende, il Fascismo è visione sacra della vita.
A seguire, la parola passa ad un rappresentante del Raggruppamento Combattenti e Reduci della R.S.I – Delegazione Lazio, che dopo aver portato il saluto di Stelvio Dal Piaz, assente per motivi di salute, ha ricordato come quest’ultimo, nonostante sia quest’oggi fisicamente assente è presente con noi nello spirito e sul fronte nella battaglia quotidiana.
L’intervento del Raggruppamento ha voluto evidenziare come se si è qui oggi evidentemente è perché quella marcia non si è mai arrestata, se esiste una diretta continuità è perché c’è chi è rimasto fascista anche quando non conveniva più, quando non c’era più il regime, quando si trattava di andare a combattere quasi certi di morire. La rivoluzione fascista, dunque, non fu finalizzata a rovesciare un sistema economico o politico per sostituirlo con un altro, anche perché la vera rivoluzione, lo sappiamo bene, è quella dell’uomo. Rappresentò piuttosto, un risveglio spontaneo dei valori della Tradizione che seppe coniugare valori eroici che scossero l’anima degli italiani, e degli europei grazie agli altri “fascismi”.
Pertanto, se è dal frutto che si riconosce l’albero, allora è nella Repubblica Sociale che vediamo il vero compimento della Rivoluzione Fascista; una generazione di eroi che ci ha dimostrato attraverso l’esempio, quanto la Fede e l’Onore valgono nella vita.
Successivamente, ad intervenire è stato il professor Rodolfo Sideri, che dopo aver effettuato una piccola analisi storica sul Fascismo, focalizza l’attenzione soprattutto su cos’è lo Spirito del Fascismo, individuandone la peculiarità e la specificità.
Il Fascismo in quanto fenomeno politico nel senso alto del termine, fa sì che lo spirito del fascismo si incarni soprattutto all’interno dello Stato, pur essendo ricompreso all’interno di un più ampio mondo di valori Tradizionali. Egli prosegue, evidenziando come del resto la manifestazione più visibile di uno spirito è forse l’estetica: d’altronde, in tutte le costruzioni del Fascismo – a differenza di quegli scempi moderni attuali – lì c’è uno spirito; il cercare ad esempio, di ricollegare la Roma antica all’Italia moderna dando continuità a due realtà che il Fascismo sentiva di inverare e di interpretare, attraverso la costruzione di città, di strade, di scuole, di istituti.
Peculiarità ed aspetti di un fenomeno spentosi a vent’anni ma tutt’ora attualissimo, capace di dare una forma ed una rettitudine all’uomo: educarlo a pensare che il proprio tornaconto non fosse più importante di quello comunitario, nobilitarlo praticando il bello e perseguendo la virtù attraverso una costante tensione verso l’alto.
Contestualmente alla conferenza si è poi presentata sotto una nuova veste editoriale a cura della Comunità Militante di Raido: “La dottrina del Fascismo” di Benito Mussolini, a completamento della quale vi è un saggio di Cesare Mazza, già aderente alla Scuola di Mistica Fascista e con il quale Raido ebbe l’onore di collaborare per lungo tempo. Fascicolo questo, che rientra in una nuova collana dei Documenti per il Fronte della Tradizione che prende il nome di “Mistica del Fascismo”.
La serata volge al termine, con una bella cena comunitaria accompagnata da buone note di musica alternativa dal vivo grazie a Giacomo e Dario (Zundapp) che si alternano fra chitarra e voce. A dimostrazione che quello Spirito non è morte, giacché è invincibile per l’eternità!