19 Gennaio 1969
Jan Palach non è unicamente un martire ma un simbolo, il simbolo della lotta di una generazione contro la menzogna, la falsità e la crudeltà di un regime che nel nome dell’uguaglianza e della libertà, ha cancellato l’Uomo e la sua dignità, ha eliminato valori e Tradizione riducendo l’individuo in massa obbediente, plasmata per soddisfare i bisogni e le necessità di pochi.
Quei pochi che lo scrittore anarchico George Orwell, nel romanzo “La fattoria degli animali”, rappresenta come i maiali, il cui motto è: “Tutti gli animali sono uguali, alcuni animali sono più uguali degli altri”.
Il sacrificio di Jan Palach e degli altri sette ragazzi che lo seguiranno, palesa ai sovietici e al mondo come lo spirito di libertà e di giustizia sia superiore a qualsiasi violenza e sopraffazione; che la forza dell’animo di un uomo libero non teme i fucili e perfora anche le corazze dei carri.
Il libero arbitrio spinge spesso a gesti estremi come questo. Alle generazioni di oggi e domani occorre riflettere su questo concetto: mai, in nessuno modo, un’ideologia, un regime, un partito, un capo potrà reprimere le emozioni del singolo e le sue aspettative ma quest’ultimo dovrà ridursi a massa pensante.
L’individuo è uno e unico nel suo genere. Questa caratteristica ci rende veramente uomini e veramente univoci. Dimenticare significherebbe rendere vana l’abnegazione di chi, per tali valori, ha dato la propria Vita.
(da jpalach.blogspot.it)