Non si sblocca la situazione al largo delle coste cipriote, dove le navi della Marina militare turca continuano a impedire alla piattaforma Eni Saipem 12000 di navigare verso l’area di trivellazione nel Mediterraneo orientale dove era diretta. La nostra Farnesina è attendista, lasciando spazio all’iniziativa turca.
Ma al posto nostro cosa avrebbero fatto gli altri? Anzi, cosa avrebbero fatto per esempio i francesi che nel Mediterraneo hanno analoghe mire egemoniche? La risposta è presto detta perché nel luglio scorso, per esempio, imbarcazioni da guerra turche avevano avvicinato delle navi francesi che conducevano esplorazioni per conto della Total, ma Parigi aveva risposto con l’invio di due navi da guerra. L’Italia è pronta a fare lo stesso?
(16/02/2018) – www.secoloditalia.it – Nave Eni: quando successe alla Francia, Parigi inviò navi da guerra
Non si sblocca la situazione al largo delle coste cipriote, dove le navi della Marina militare turca continuano a impedire alla piattaforma Eni Saipem 12000 di navigare verso l’area di trivellazione nel Mediterraneo orientale dove era diretta. “La situazione non è cambiata, le navi turche restano di fronte alla piattaforma”, ha detto il portavoce del governo cipriota, Nikos Christodolides, precisando che “continuano gli sforzi per arrivare ad una soluzione diplomatica” dell’incidente. Intanto, domani è atteso a Nicosia un alto dirigente dell’Eni, responsabile dell’area del Sud Europa, per colloqui con il ministro dell’Energia cipriota, Giorgos Lakkotrypis. Le navi della Marina turca hanno bloccato venerdì scorso la piattaforma, diretta nel blocco 3 della Zona economica esclusiva di Cipro, sostenendo che in quell’area sono in corso attività militari. Attività militari che, secondo quanto notificato da Ankara a Nicosia, dovrebbero proseguire fino al 22 febbraio.
“L’incidente è molto serio”
“I turchi non cederanno, l’incidente di questi giorni è molto più serio di altri avvenuti in passato”. Fonti diplomatiche non nascondono la loro preoccupazione per quanto sta accadendo al largo di Cipro, dove navi della Marina militare turca bloccano da venerdì scorso la nave Saipem 12000, diretta per conto dell’Eni in un tratto di mare della zona economica esclusiva di Cipro che la Turchia contesta, “in violazione del diritto internazionale e della Convenzione dell’Onu sul diritto del mare”. Ci sono già stati episodi simili in passato, ricordano le fonti, ma Ankara finora si era limitata a mandare le navi per sottolineare le sue rivendicazioni, ma mai aveva impedito la navigazione o il programma di esplorazioni. Nel luglio scorso, per esempio, avevano avvicinato delle navi francesi che conducevano esplorazioni per conto della Total, ma Parigi aveva risposto con l’invio di due navi da guerra. “L’Italia è pronta a fare lo stesso?”, si chiedono le fonti, sottolineando la debolezza di Cipro, che può solo fare passi politico-diplomatici per evitare un’escalation della crisi.