(a cura del Cuib Femminile Raido)

Per chi è poco pratico dell’argomento spieghiamo che vi sono diagnosi prenatali non invasive che tuttavia offrono risultati meramente probabilistici, dunque non in termini di certezza, dando qualche volta risultati come “falsi positivi” e “falsi negativi”. L’unico esame attendibile al 100% è l’amniocentesi che però ancora oggi presenta una percentuale ancorché bassa di rischi per il feto. Tuttavia in caso di malformazioni genetiche accertate o presunte non vi è alcun modo di intervenire sulla salute del feto. Pertanto l’unica decisione che la madre può eventualmente prendere è quella di abortire o meno.

Maria era inoltre ben consapevole del suo ruolo di madre, intesa come strumento con il quale il Figlio è venuto al mondo ed è cresciuto, ma ha sempre rispettato il suo ruolo senza mai tentare di svincolarsene. Maria ha lasciato Gesù libero di compiere il proprio destino, sacrificandosi alla dolorosa volontà di Dio per la realizzazione di un progetto più grande: la salvezza del genere umano. Non occorre essere credenti per riuscire a cogliere il significato altissimo del ruolo di Maria.
Il ruolo della Vergine Madre, grande e unico già nel nome, ci piace perché è Amore puro. È dono, è fede nella Provvidenza, è sacrificio, è bene incondizionato per il proprio figlio, e soprattutto è privo di individualismo e possesso. In una parola, appunto, è Amore.
Il contrasto con le donne di oggi è fortissimo. Le scelte che siamo chiamate a compiere in quanto donne e in quanto madri sono da sempre difficili e a volte dolorose. Ed è proprio per questo che la religione ci ha fatto dono di figure come Maria: per infonderci il coraggio di scegliere la strada giusta.