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Repubblica.it come gli scafisti

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A leggere la notizia qua sotto, nessuno penserebbe che proprio quel giornaletto scandalistico di Repubblica.it l’ha diffusa. Sì, proprio Repubblica.it, quella che incita all’odio verso chi parla di business dell’immigrazione, di sfruttamento dell’immigrazione, di negrieri scafisti travestiti da ONG. Allora, le cose sono due: o nella redazione di Repubblica.it soffrono di bipolarismo, oppure a forza di raccontare fregnacce si cade per forza in contraddizione

(www.repubblica.it) – 23/06/2018 – Benevento, frode su centri d’accoglienza. Arrestato il “re dei rifugiati” con altri 4. Indagati in 36

Coinvolti un funzionario pubblico, un impiegato del ministero di Giustizia e un appartenente delle forze dell’ordine. Sono accusati di truffa ai danni dello Stato

Era l’uomo dell’ “impero” costruito sulla gestione dei migranti. Tredici centri con circa 800 richiedenti asilo. Paolo Di Donato, al vertice del consorzio ‘Maleventum’, è finito agli arresti domiciliari con accuse gravissime. Truffa ai danni danni dello Stato, falso, corruzione, e altre contestazioni.

Per tutti era ormai ‘il re dei rifugiati’. Lui si ribellava ai sospetti e ostentava sicurezza: “Io faccio l’imprenditore: mi occupo del sociale sì, ma non sono mica un prete, devo fare utili”. E ne faceva eccome. Un milione in pochissimi anni. Ma ora si scopre che – stando all’impianto accusatorio – con la presunta complicità di funzionari pubblici  truffava lo Stato e lucrava due volte sulla pelle dei migranti: dei quali percepiva contributi anche se molti rifugiati che risultavano ospiti delle sue strutture erano andati via da un pezzo. 

Un’inchiesta che si pensava potesse esplodere già da qualche mese, quella coordinata dal procuratore capo Aldo Policastro e dall’aggiunto Giovanni Conzo, con la pm Filomena Rosa: indagini della Digos di Benevento sulla serie di illeciti che riguarderebbe  Di Donato e dei carabinieri su altre vicende collegate.

In totale cinque arresti e 36 indagati a Benevento per una frode sui centri di accoglienza per migranti. Tra le persone finite ai domiciliari anche  il  funzionario Felice Panzone della Prefettura di Benevento e un carabiniere accusati a vario titolo di diversi reati di “truffa ai danni dello Stato per il conseguimento di erogazioni pubbliche”, frode in pubbliche forniture, corruzione. Ma dovranno rispondere anche di  rivelazione di segreti d’ufficio.

L’indagine, partita nel novembre 2015 e coordinata dalla Procura di Benevento, ha avuto origine da un esposto e ha riguardato l’ormai vasta  serie di illeciti nella gestione dei centri di accoglienza. Ció che è emerso per i pm era  un “sistema criminale” che faceva affari sulle assegnazioni pilotate dei migranti, sul sovraffollamento dei centri, sulla falsa attestazione di presenze degli ospiti, con la connivenza di alcuni pubblici dipendenti.