La perdutissima setta
Autore: Ruggero Morghen
Anno: 2007
Pagine: 64
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Da quando la Chiesa ha iniziato a pronunciarsi nei riguardi della massoneria il suo giudizio negativo è stato ispirato da molteplici ragioni, pratiche e dottrinali. Essa non ha giudicato la massoneria responsabile soltanto di attività sovversiva nei suoi confronti, ma fin dai primi documenti pontifici in materia, la Chiesa ha denunciato nella Massoneria idee filosofiche e concezioni morali opposte alla dottrina cattolica.
Infatti dalla brossura leggiamo: “Scopo del presente lavoro è proporre una lettura diretta dei testi pontifici (con ampie citazioni dagli stessi) sulla “perdutissima setta”, evidenziando non tanto l’elemento della condanna e le sanzioni previste per chi aderiva alla massoneria (o comunque la aiutava e la promuoveva), quanto le immagini — o, meglio, le rappresentazioni — della Liberomuratoria che emergono dai documenti papali.
Naturalmente la materia è vastissima: qui si è voluto offrire solo una selezione dello sterminato materiale documentario prodotto sul tema da Clemente XII e dai suoi successori sul soglio di Pietro fino a Leone XIII.
Si confida tuttavia di concorrere con queste pagine ad illuminare ancor meglio le ragioni delle ripetute condanne papali nei confronti dei “Figli della Vedova”.
Partendo quindi dalle origini, nei primi documenti si riconduce il fenomeno della liberomuratoria (la sua forma deviata e speculativa) essenzialmente a un naturalismo razionalista, ispiratore dei suoi piani e delle sue attività contro la Chiesa. Nella Lettera al Popolo Italiano di Leone XIII «Custodi» (8 dicembre 1892) egli scriveva: «Ricordiamoci che il cristianesimo e la massoneria sono essenzialmente inconciliabili, così che iscriversi all’una significa separarsi dall’altra».
La bibliografia in merito è vastissima tra bolle papali e documenti pontifici ed è spesso difficile cogliere una visione di insieme. Nella presente opera sono raccolte le bolle in tema da Clemente XII a Leone XIII. Analoghi lavori sono stati pubblicati recentemente, segno di un crescente interesse per l’argomento. Rispetto ad altri lavori (come ad esempio il libro della Pellicciari edito da Ares) qui si evidenzia una maggiore attenzione al dato della discontinuità dei pronunciamenti pontifici in materia, che infatti ad un certo punto cessano. La frequenza sul tema è senza dubbio diminuita ed il livello dei pronunciamenti ecclesiastici è cambiato, quasi a voler in qualche modo evitare il problema più che ricusarne formalmente l’origine o accettarlo tra gli auspici del vento del cambiamento modernista.
Sicuramente un libro fondamentale per gli appassionati in materia per la sua agilità e per il lavoro di selezione e riorganizzazione del pensiero pontificio nel suo sviluppo storico in merito al tema della massoneria.