Kultur Camp (21-22.07.2018) – recensione

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Lo scorso fine settimana, nel verde dei monti di Tornimparte (Abruzzo), tra calde giornate e fresche serate, si è svolta la prima edizione di “Kultur Camp”, un campo animato da Comunità Militanti che da tempo collaborano sul territorio romano e non, animando fra l’altro anche altre iniziative fra le quali il “Kultur Lab“.

Un campo che nasce dall’esigenza di vivere nel nostro tempo, in uno spazio nostro, i nostri ideali, trovando nella montagna e nella natura, tra camerati, fuoco e cielo, la dimensione ottimale per ‘fare la legna’ che bruci nei nostri cuori.

Al sabato pomeriggio, giunti nel luogo, ognuno dei partecipanti fornisce da subito il suo contributo per l’installazione del campo: una squadra per la legna, una squadra per le tende, una per il fuoco e una per la preparazione dell’occorrente. Ci troviamo su di una “terrazza” tra file di alberi che si affacciano sulla valle sottostante, lì dove va a morire il sole, che rinascerà con la prossima alba. Nel mentre lavoriamo, alcuni falchi salutano la nostra presenza.

Montato il campo, a fuoco acceso, intorno alla bandiera della Tradizione che segna il centro delle tende allestite (ed il centro della nostra vita), i partecipanti si siedono per una lettura formativa, momento necessario e imprescindibile per un campo di formazione che voglia dirsi tale. La lettura è tratta da un editoriale del 1981 della rivista “Heliodromos” – a cura della Comunità Heliodromos – che si rivela ancora attualissimo: la Comunità deve essere la traduzione esteriore dell’Ordine, nonché l’animatrice del Movimento, per essere visibile ai simili, per fornire opportunità di crescita ai militanti e per dare battaglia al mondo moderno. Segue un costruttivo confronto tra i presenti, foriero di vari spunti di riflessione.

Cala la sera e intorno al focolare si svolge la cena con grigliata di carne, cui segue immediatamente la musica, la nostra musica, con una chitarra, cuori e vino a rinsaldare ancora di più lo spirito cameratesco. Poi, il sonno, chi in tenda, chi sotto il cielo stellato.

Alla domenica mattina, ci si ritrova prima dell’alba per veder sorgere il sole e salutarlo, qualcosa che raramente accade nelle città coperte di palazzi. Fatta la colazione, si parte l’escursione, lungo un anello sulle creste che circondano la valle. Meteo favorevole, cielo terso e ancora tanti falchi a controllare il nostro cammino, che prosegue in un bosco tempestato di piante di fragola e lampone che rallentano piacevolmente la camminata. Poi un breve fuori sentiero che taglia il fiato per riguadagnare il campo, smontare le tende e ritornare verso le auto. Ciò, non prima di aver dedicato un saluto silenzioso a un fratello che è volato oltre qualche anno fa e che amava queste montagne. Un ultimo brindisi insieme e lanciamo in alto i nostri cuori!

L’esperienza di questo primo Kultur Camp è stata sicuramente positiva, perché ha dimostrato che scegliere la Comunità e quindi intraprendere il sentiero della Tradizione non è una mera Utopia, ma qualcosa da conservare, coltivare e tramandare.