Sabato 15 Settembre, nel pieno del quartiere Flaminio di Roma, a due passi da Ponte Milvio, è arrivata la “La Grande Onda”, manifestazione molto attesa che ha trovato pronti le numerose comunità e tutti i camerati accorsi per partecipare.
L’evento parte subito con lo spirito giusto: nel primo pomeriggio, partita di ‘street soccer’ 3 contro 3 svoltasi nello splendido scenario offerto dallo stadio Olimpico, proprio nel Foro Italico che ospita mosaici tanto cari alla nostra storia; la tecnica dei nostri atleti non si avvicina lontanamente a coloro che calcano solitamente l’Olimpico ma, come si sa, in questi casi quel che conta sono grinta e cuore. Che non mancano di certo.
Un meritato riposo è solo il preambolo; in lontananza inizia a farsi sentire un rombo nel mare, ma per ora il monte Fuji è ancora tranquillo all’orizzonte: è il momento delle conferenze. Massimo Pacilio attrae subito l’attenzione dei presenti, ricordandoci ciò che veramente significa Identità e il ruolo che le élites, ossia gli uomini che non si piegano al mondo moderno, devono svolgere per condurre la Rivoluzione.
La Grande Onda prosegue ancora con un appuntamento imperdibile: sono trascorsi ormai 50 anni esatti da quel fatidico ’68 di cui tanto si parla, spesso a vanvera, e di cui poco sappiamo realmente. E ne sono passati 40 dal ’78, che nei fatti di Valle Giulia ha riassunto la sua importanza. A far luce su queste due date, diverse da intimamente connesse, in un intenso dialogo concorrono Mario Michele Merlino, Valerio Cutonilli (autore del libro ‘Chi sparò ad Acca Larentia?’) e Gabriele Marconi: in pochi sono in grado di raccontare e testimoniare, come fanno loro, quegli anni bui della nostra storia più recente. Le parole di chi ha vissuto quegli anni è memoria da conservare e tramandare.
Il clima dell’evento è molto positivo, ma non potrebbe essere diversamente tra Comunità che collaborano e si confrontano quotidianamente, così da forgiare il vero senso di Cameratismo, mentre le presenze vanno ben oltre le migliori aspettative.
Arriva così, quasi di fretta, la sera. Ormai il mare è scosso, l’orizzonte non più tranquillo, il monte Fuji sembra offuscato, la Grande Onda si alza e mostra tutta la sua forza: la concentrazione profusa nelle ore precedenti non ha fatto altro che caricare ulteriormente gli animi dei presenti e camerati delle più svariate età si trovano ora fianco a fianco a cantare e scherzare. Si parte con gli immortali Imperium, sempre più in forma, con qualità e assoli di spessore, per proseguire con i Testvdo – che trascinano i ragazzi sotto palco e partono i primi ‘movimenti’, confermandosi un gruppo capace di innovare come pochi la nostra musica non conforme. E, infine, gli Hobbit che ci portano fino a tarda sera, tra brani del nuovo album ‘Mala Tempora Currunt’ e grandi successi che, sin dal 1994, questo gruppo è stato capace di diffondere.
Così, finito il concerto, tra saluti e abbracci di chi probabilmente vorrebbe restare ancora a lungo, la Grande Onda, dopo essersi abbattuta spumeggiando, si ritira per far spazio alla prossima onda e a quella dopo ancora: cavalcheremo anche la prossima? In alto i cuori!
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