Le prove di Veronica. E il suo coraggio.

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(a cura della Comunità Militante Furor)

Veronica Paccagnella, ragazzina affetta dalla Sindrome di Down che parteciperà ai prossimi “Giochi Mondiali Estivi Special Olympics” nella danza, è la dimostrazione che anche quelle gravidanze più complesse, in cui il nascituro porta un handicap, realizzano e rispondono al disegno voluto da Dio, inequivocabilmente e con una bellezza straordinaria. Veronica è bravissima nella danza e sta dimostrando capacità notevoli, con caparbietà e applicazione. Considerando che recentemente, oltre le tipiche difficoltà di una ragazza affetta da questa sindrome, ha anche perso il ‘primo uomo della sua vita’, il padre, per via di una brutta malattia, la forza, il coraggio, la determinazione di Veronica risultano ancor di più  E S E M P L A R I.

La storia di Veronica è, tra l’altro, l’ennesima occasione per ribadire il fatto che la vita è un dono sacro che viene consegnato da Dio, che ha intessuto la trama del destino degli uomini e li chiama a percorrerla, secondo la Sua volontà, così che ogni vita concorre al compimento di ciò che deve essere. E, a maggior ragione, a nessuno dovrebbe essere permesso interrompere una gravidanza soltanto per mancanza di coraggio o per la considerazione negativa verso un bambino diversamente abile. Oggi purtroppo la pratica dell’aborto è sempre più diffusa e accettata da questa società egoista e menefreghista, che pur di non affrontare la vita in maniera diversa, dovendo magari fare qualche sacrificio in più per tutelare la salute di un figlio, preferisce abortire, come se un figlio malato potesse considerarsi un problema, qualcosa da scartare. È ‘sacrosanta’ per il mondo moderno la libertà del fare ciò che si vuole, del vivere senza regole e non rispondere delle proprie azioni, perciò diventa allo stesso tempo lecito uccidere un bambino che si trova ancora nel grembo materno, se questa creatura potrà un giorno ‘danneggiare’ la vita dei genitori. È quindi considerato ‘normale’ interrompere una gravidanza soltanto perché arrivata per errore, o perché magari il bambino non potrà condurre una vita normale: in quel caso diventa lecito per i figli del mondo moderno chiedersi: “cosa me ne devo fare?”. Non si può non rivolgere una critica profonda a questa gente posseduta da un’anima volgare e da uno spirito orientato al basso, complice di tramandare questo fenomeno sovversivo e dissolutore quale è l’aborto.

Primaria importanza dovrebbe avere per l’essere umano il disegno che Dio ha riservato per ognuno di noi, a partire dall’origine della vita a finire con la morte: ciò richiede tanto coraggio – che manca all’uomo moderno – ma è anche vero che forse una vita vissuta senza coraggio è solo l’ombra di una vera vita. Enorme dev’essere al tempo stesso l’elogio alla famiglia di Veronica, capace di far propri quei princìpi che la società moderna, nel pieno della sua decadenza, tende a non considerare e, anzi, a deridere. Questa storia è un esempio per l’umanità: si evidenziano, appunto, il coraggio mostrato dai genitori di Veronica nel vivere una vita con qualche difficoltà in più, l’amore per il Dono e il legame profondo con la Provvidenza.

A Veronica, il nostro ‘in bocca al lupo’.