GEO – Majella, Rava del Ferro 29.4.2019 – recensione

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Con gli sci sulla Majella per la spettacolare Rava del Ferro. 
 

Bella, lunga e di grande soddisfazione. Questa è la Rava del Ferro, una classica gita scialpinistica con la quale siamo saliti fino alla vetta del monte Pescofalcone, 2.650 metri, nella catena della montagna madre abruzzese, la Majella.

Con l’instacabile cane Lucio, ormai un veterano delle cime appenniniche, abbiamo attaccato intorno alle 10 al termine della strada della riserva naturale della Lama Bianca (praticamente tutta pulita), prima con gli sci in spalla e poi, dopo circa duecento metri di salita, con le pelli.

La neve inizia sostanzialmente intorno ai 1.800 metri, ovvero è assente nella prima parte della strettoia ripida (sui 35 gradi) dove, peraltro, è presente una piccola valanga da scivolamento. Dopo questo tratto, quindi, con rapidi zig-zag risaliamo tra i magnifici bastioni rocciosi della Rava, dove i camosci ci osservano curiosi, lungo una pendenza che rimane abbastanza costante sui 30 gradi.

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La giornata è calda, a causa del vento di scirocco che, purtroppo per la discesa, rende la neve già ‘papposa’. Verrebbe da dire più estiva che primaverile! Siamo in compagnia di altri scialpinisti, alcuni dei quali provenienti dal nord Italia (come ormai frequentemente accade) e di buon passo, in circa tre ore, raggiungiamo la vetta, dopo aver attraversato, in perfetta solitudine, la zona denominata dei ‘Tre portoni’, affascinante e lunare. Il vento forte ci consente una pausa solamente tecnica, il tempo di attrezzarsi per la discesa, ma sufficiente a farci godere il magnifico panorama della Majella, col suo affaccio verso il mare Adriatico ed il suo fascino di montagna grande, selvaggia, solitaria, meditativa, perfetta per delle escursioni dalla forte carica introspettiva.

Scendiamo per i 1.200 metri della Rava, e solo per brevi tratti la sciata si fa fluida e divertente, a causa della super-pappa di una neve anche abbondante. Ma non importa, gite così belle, nel cuore pulsante ed autentico dell’Appennino, meritano il (lungo) viaggio. Ritornati sulla strada, il tempo di recuperare Lucio che insegue vanamente i camosci, ed eccoci soddisfatti alla macchina. Grande giornata, GEO sale!