Su, per il Canale Centrale
Questo Maggio insolitamente “autunnale” ci concede un’altra uscita alpinistica sul Gran Sasso. E, finalmente, dopo averlo corteggiato a lungo, riusciamo a puntare il canale Centrale al Corno Grande che, considerate le temperature e il cielo coperto, speriamo di trovare in buone condizioni, nonostante l’esposizione prevalente a sud-est.
Si vede che ha nevicato tanto e che un po’ ha tenuto; anche nel tratto di avvicinamento fino alla sella di Monte Aquila, lungo il sentiero estivo, troviamo accumuli di neve candida e pulita che si contrappongono a quella vecchia, dal colore e dalla consistenza tipica del fine stagione.
Arrivati al solito “Sassone” pieghiamo verso destra per la ferrata che porta al Bivacco Bafile e, rispetto alla volta scorsa in cui ci fermammo per “attaccare” il Moriggia Acitelli, proseguiamo percorrendola tutta. Il cavo d’acciaio e la scaletta sono nuovi e la ferrata risulta essere divertente e discretamente impegnativa, considerati i ramponi che salgono su roccia buona alternata a neve. Alcuni passaggi sono molto suggestivi vista la notevole esposizione sulla sottostante valle dell’Inferno, in un ambiente veramente spettacolare che gradualmente ci conduce nel cuore del Corno Grande. Indubbiamente, fare la ferrata in condizioni pienamente invernali, con la neve che copre tutto il cavo d’acciaio e lungo i traversi esposti (e magari ghiacciati), richiederebbe un altro tipo di attenzione e di assicurazione rispetto alla nostra “rilassata” progressione senza corda e con fettuccia e moschettone…
Eccoci quindi alla fine della ferrata, pronti per attraversare velocemente la comba nevosa che ci porta alla base del Centrale, con un occhio verso l’alto e verso le eventuali scariche di sassi. Qui, in effetti, il caldo si fa sentire e la neve cedevole della prima parte del canale ci fa procedere non senza fatica, alternandoci in testa per battere traccia, lungo un pendio immacolato grazie alle recenti nevicate.
Salendo di quota aumenta anche la pendenza (il canale ha una pendenza costante sui 45/50°, con tratti a 55° o poco più) e la neve fortunatamente si fa più dura. Superiamo un passaggio quasi ghiacciato, che ci dà la soddisfazione di una progressione a tratti anche tecnica.
Usciti dal canale su pendio abbastanza ripido, in pochi metri siamo accanto alla croce di vetta avvolti dalle nubi e dal solito, immancabile, inesorabile e fastidioso vento che non consente una lunga sosta. Due parole veloci con alcuni scialpinisti e prendiamo la cresta per imboccare il consueto Bissolati per la discesa, non senza qualche “surreale” situazione che solo in parte ci risparmiamo di raccontare…
Tralasciando alcuni particolari, a 1/3 della discesa sentiamo chiamare aiuto e vediamo una persona sbracciarsi: è una coppia di “alpinisti” sulla cresta delle Aquile, direzione vetta. Non capiamo bene cosa stia succedendo perché li vediamo apparire e scomparire tra le nubi, proviamo a chiamarli ma forse non ci sentono. Uno dei due si braccia ancora, gli chiediamo a gran voce se ci sono problemi e dopo un po’ ci risponde di no, tutto tranquillo. Salgono lenti e non sembrano trovarsi a proprio agio sul terreno misto.
Increduli, visto che non ci era mai capitata una cosa simile, decidiamo di proseguire la discesa tenendo sempre a vista i tipi che, non lo abbiamo capito e non lo capiremo mai, forse stavano scherzando: a 2600 metri di altezza, lungo una cresta esposta, su terreno misto ed arrancando pericolosamente (ad un certo punto uno dei due è anche scivolato fermandosi fortunatamente sul pendio).
Tra una pausa ed una chiacchiera, dopo sette ore ci ritroviamo di nuovo alla macchina lasciata davanti all’albergo di Campo Imperatore, con una meteo che va peggiorando ed il freddo che è aumentato rispetto a stamattina… che strano, siamo a metà maggio!
Due settimane fa pensavamo che probabilmente quella sul Moriggia Acetelli sarebbe stata l’ultima uscita a carattere invernale. Oggi, oltre ad essere smentiti, non abbiamo più la stessa convinzione…
Alla prossima gita, GEO sale!