Ragazzo, non drogarti: combatti!

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(a cura della Comunità Militante Furor)

Sulla tossicodipendenza, non vogliamo fare moralismo, fare la parte dei flaccidi benpensanti o dare lezioni di morale, bensì suggerire dei mezzi che potrebbero aiutare ad affrontare i problemi senza entrare in un tunnel orrendo quale è quello della droga.

Uno di questi è certamente lo sport da combattimento: pur avendo il mondo moderno sovvertito il vero significato considerandone solo gli aspetti puramente materiali rimarcandone violenza e tatuaggi, lo sport da combattimento può essere ben altra cosa, più alta, spirituale. È ovviamente difficile per questi giovani abituati a condurre una vita piatta e comoda pensare di dedicare un po’ del loro tempo in palestra, ponendosi come obiettivo primario quello di elevare la propria anima verso l’alto. Perché gli sport da combattimento, come qualsiasi altro sacrificio che si affronta a viso aperto, servono principalmente a far prendere coscienza all’uomo di possedere un animo in grado di orientarlo verso lo spirito, e formare uomini leali e coraggiosi, capaci di confrontarsi con l’avversario con Onore e Giustizia ed essere capaci di ubbidire al proprio maestro. Trascrivendo alcune righe del nostro opuscolo “lo spirito del combattente” possiamo affermare che l’obiettivo della formazione sarà:

  • lo sviluppo della volontà sul proprio corpo;
  • lo sviluppo della volontà sui sentimenti negativi quali l’ira, la gelosia, l’impulsività;
  • lo sviluppo della volontà mentale e dell’intelletto;
  • la fissazione degli elementi sviluppati e creazione di un’unità interiore.

Per ottenere questi obiettivi però è indispensabile possedere una grande forza di volontà ed essere pronti a sacrificarsi; cosa sempre più rara per i ragazzi che vivono questo tempo decadente. Speriamo che questo scritto arrivi agli occhi di chi cerca di evitare i problemi nella droga e che possa aprire gli occhi sul fatto che esiste uno strumento molto più efficace per affrontare e sconfiggere i problemi.