Chi lo avrebbe mai detto. Mentre l’ONU e l’Europa intimano il cessate il fuoco in Libia, qualcuno soffia sul fuoco foraggiando le milizie del generale Haftar. Quello stesso Haftar che, dopo aver tradito la Libia stessa si trasferì per oltre 20 anni negli Usa, per poi tornarci nel 2011 al fine di contribuire al rovesciamento di Gheddafi. Oggi si scopre niente meno che l’acqua calda in Libia, verrebbe da dire, visto che sono state ritrovate armi di fabbricazione americana, vendute agli Emirati Arabi e, chissà come (?!), finite nelle disponibilità di Haftar. Non armi comuni, non i soliti fucili o proiettili: i missili “Javelin” ritrovati sono degli ordigni molto sofisticati e costano 170 mila dollari l’uno. Segno che l’America non bada a spese per contribuire alla sistematica destabilizzazione dell’ex Jamāhīriyya libica.
(tratto da www.repubblica.it, di Vincenzo Nigro) – Libia, scoperti a Gharian missili americani passati dagli Emirati ad Haftar
Due dei 4 missili “Javelin” venduti dagli Usa agli Emirati e ritrovati in Libia in un deposito della milizia di Haftar a Gharian (reuters)
Nella cittadina riconquistata il 26 giugno dall’esercito di Tripoli catturati 4 razzi “Javelin” venduti dagli Usa ad Abu Dhabi. Possono essere stati forniti direttamente oppure attraverso l’esercito egiziano. L’ipotesi di una “triangolazione” voluta dagli stessi americani
LA RICONQUISTA di Gharian da parte dell’esercito del presidente Fayez Serraj è stata una svolta nella guerra civile di Libia. Innanzitutto perché così l’esercito e le milizie di Tripoli sono riusciti ad allontanare la Libyan National Army del generale Khalifa Haftar dalla capitale. Ma anche perché riprendendo Gharian i soldati di Serraj hanno catturato armi, materiali e informazioni molto importanti.
L’ultima scoperta, in un deposito di armi della milizia di Haftar, sono i 4 missili anti-tank “Javelin” di fabbricazione americana. Ordigni che gli Usa avevano venduto agli Emirati Arabi Uniti e che evidentemente sono stati passati ai miliziani della Lna. I “Javelin” sono degli ordigni molto sofisticati, prodotti insieme da Raytheon e Lockheed-Martin: costano 170 mila dollari ad esemplare e sono missili del tipo “lancia e dimentica” da utilizzare contro i carri armati. Significa che una volta scagliato il Javelin contro l’obiettivo, il soldato può ripiegare, senza occuparsi di dirigere fino all’ultimo il missile sul carro armato. Il Javelin viene guidato sul bersaglio dai suoi sensori e dai sistemi di ricerca delle fonti di calore.
I missili sono stati trovati nei loro contenitori, e sui contenitori sono scritti in evidenza il numero del lotto di produzione, il destinatario finale (che sono gli EAU), i nomi dei fabbricanti. #Libya: Weapons captured from #LNA when the #GNA captured Garyan, including M79 Osa, HMGs, a 9K113, and at least 4 FGM-148 Javelin! Also included was Chinese GP-1 155mm Guided Artillery Shells, known to be in Libya & other arms marked as from the UAE. Partially via @Oded121351
In Libia è in vigore dal 2011 un embargo totale sulla vendita e fornitura di armi. Il New York Times ha chiesto al Dipartimento di Stato e a quello della Difesa americani se abbiano capito come sia stato possibile che questi missili siano finiti alle truppe di Haftar. La risposta del Dipartimento di Stato è preoccupata, ma non chiarisce: “Noi prendiamo molto sul serio ogni indicazione di uso non corretto di materiali da difesa originati negli Stati Uniti”, dice una fonte al quotidiano. “Abbiamo visto queste informazioni sui Javelin e stiamo indagando. Ci aspettiamo che tutti i paesi che ricevono armi dagli Stati Uniti rispettino gli impegni sull’uso finale”. Il riferimento è alla clausola di “end use” che gli americani fanno firmare a chi acquista armamenti; le armi non devono essere vendute o cedute ad altri paesi o comunque ad altre parti senza autorizzazione degli Stati Uniti.
In effetti l’ipotesi più semplice è che siano stati gli Emirati, violando l’embargo dell’Onu, a passare il materiale agli haftariani. Da settimane gli Emirati stanno fornendo appoggio finanziario e militare alla milizia di Khalifa Haftar. Ma secondo alcuni osservatori militari ascoltati da Repubblica sarebbe possibile che il trasferimento possa essere stato autorizzato segretamente dagli americani. Non volendo passare direttamente le armi ad Haftar, gli Usa avrebbero acconsentito alla fornitura al generale tramite Eau. Un gioco sotterraneo in linea con l’iniziale sostegno del presidente Trump ad Haftar, al quale fece una telefonata per offrire il suo sostegno alle “operazioni antiterrorismo” che il generale dice di condurre in Libia.
“Questa del doppio gioco americano è un’ipotesi plausibile, ma andrà verificata”, dice una fonte della Presidenza del Consiglio italiana, “anche se la nostra idea è che gli emiratini abbiano passato queste armi assieme ad altro materiale direttamente ad Haftar oppure con il tramite degli egiziani ma di loro iniziativa”.