#Equalpay? Ennesima pagliacciata femminista

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#EqualPay tra calciatrici donne e uomini? Ennesima bufala per imporre una (stupida) eguaglianza anti-meritocratica

Il calcio femminile – come hanno dimostrato i recenti Mondiali – sta vivendo una stagione di enorme crescita in termini di visibilità mediatica e investimenti. Tuttavia non è qualcosa di spontaneo, dotato cioè di una base di fan in crescita, ma una ben architettata macchina creata ad arte da sponsor e FIFA, cavalcando il neo-femminismo degli ultimi anni che ha fatto delle battaglie “rosa” uno dei temi ricorrenti del dibattito mondiale, in tutti i settori. Insomma, è marketing. Esattamente come per gli exploit di fenomeni prima inesistenti e che, misteriosamente, nel giro di pochi mesi diventano un tema sovra-esposto: i diritti omosessuali, l’ambiente, etc.
Un tema lanciato dalle calciatrici donne è quello dell’#equalpay, cioè di rivendicare identici compensi tra calciatrici donne e uomini. Ma, andando oltre la mera propaganda, si vede subito che la differenza di ingaggi fra calciatrici donne e uomini non è questione di sessismo, ma di business. I calciatori guadagnano (in assoluto) di più ma, rispetto ai ricavi che producono, guadagnano (in %) meno delle colleghe donne! Tradotto: bisogna aumentare le paghe dei calciatori o diminuire quelle delle calciatrici per realizzare davvero la #equalpay? Se le calciatrici donne credessero, davvero, nell’eguaglianza, allora, dovrebbero abbassarsi subito gli stipendi: ma secondo voi lo faranno?